Nordio, un ministro che non ne azzecca una

DI PIERO GURRIERI

 

Nordio, un ministro che non ne azzecca una

Accaduto a Venezia, due giorni fa

Ventidue borseggiatrici convocate davanti al giudice per l’interrogatorio. Mai arrivate, però: evaporate nel nulla.
Una barzelletta? No, e neppure una ghost-story. Semplicemente, uno dei capolavori della riforma Nordio, quella che doveva “modernizzare la giustizia” e che invece ha inventato l’interrogatorio di garanzia: “a garanzia della fuga”.
Prima di arrestare un delinquente, dice la riforma, bisogna avvertirlo. È come se lo Stato gli dicesse: “Gentile imputato, ci scusi il disturbo. Si presenti domani davanti al giudice per spiegarci perché non dovremmo arrestarla. Se però preferisce sparire, non si preoccupi: è previsto dalla legge”.
E a Venezia, ecco il risultato: la Procura chiede gli arresti, e gli arrestandi ringraziano del cortese avviso e si dileguano tra le calli con il malloppo dietro, e se sono stranieri, un aereo e il gioco è fatto. Un disastro. Un trionfo dell’ingenuità e della nullafacenza travestita da garantismo.
Il ministro Nordio, in pochi mesi, è riuscito nell’impresa di smontare le intercettazioni, inceppare le misure cautelari, e ora rendere inapplicabile persino l’arresto. Forse, se potesse arresterebbe gli innocenti, dato che ogni suo intervento è una bastonata a chi indossa una toga o una divisa, o è una persona perbene. Un lungo elenco di concessioni ai furbi, ai ladri, ai corrotti.
Sembra assurdo ma non siamo su Scherzi a parte.
Questi due – Carlo Nordio e signora – dopo averci rotto i cabbasisi con la lotta all’illegalità fino allo stremo, stanno scrivendo il “manuale del perfetto impunito”: basta non presentarsi e darsi alla fuga. Poco ci manca che il ministro gli fornisca pure il biglietto e il cestino pranzo a spese dello Stato. Alla faccia delle vittime.
Altro che “umanizzare la giustizia”, il ministro e la sua principale hanno finito per disumanizzare la giustizia e pure lo Stato, lasciando i cittadini onesti soli, indifesi e derubati.
E intanto i borseggiatori brindano: a Venezia, oggi, si festeggia il “liberi tutti” (con portafogli altrui).
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Piero Gurrieri tra la gente