DI SABA CLAUDIA

“Non era vergine, conosceva il rischio”

A Macerata, un ragazzo di 25 anni è stato assolto dall’accusa di stupro su una ragazza di 17.
Lei era venuta in Italia per studiare. Una sera esce con alcuni coetanei, uno di loro la blocca in auto e la violenta.
A testimonianza ci sono chat e referti medici.
Ma per i giudici non è abbastanza.
“La ragazza conosceva i rischi di restare da sola in auto con lui”, scrivono.
“Aveva già avuto rapporti”, non era vergine e “aveva accettato di scambiarsi effusioni”.
“Conosceva il rischio”. Il rischio di cosa… di trovarsi con animali invece che con uomini?
Ancora oggi, per i giudici, una donna viene giudicata in base al fatto che sia vergine oppure no.
Quindi colpevole perché aver avuto già rapporti … implica di per sé dire “si”, in ogni caso.
La legge ci sarebbe, ma non si applica.
Eppure lo dice chiaramente la Corte di Cassazione: “il consenso si può revocare in qualsiasi momento.”
Anche dopo un bacio.
A meno che non ci troviamo di fronte ad un analfabeta, incapace di capire il significato di un no.
Ma questo giudizio negativo su certi uomini, non li fa sentire sminuiti e un po’ animali invece che persone forti?
Sappiano che non si diventa forti con le mani e con quel pezzo in più che hanno tra le gambe.
Si diventa forti con la testa, qualche volta con il cuore, cose che indubbiamente mancano.
Questa sentenza ci riporta indietro nel tempo.
Ogni volta che un giudice scrive una sentenza come questa, torniamo oggetti di piacere e non più persone.
Come una volta!
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Claudia Saba