Nordio, l’ultima “sparata”: due ore prima della perqisizione, avvisare il prequisito!

DI PIERO GURRIERI

 

Nordio, l’ultima “sparata”: due ore prima della perqisizione, avvisare il prequisito!

Secondo le anticipazioni della bozza di riforma del Codice di procedura penale predisposta dalla commissione nominata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, gli inquirenti dovranno avvisare l’indagato due ore prima di una perquisizione. Il ministro dice che è una misura garantista, ma forse non si rende conto che è un colpo durissimo alla capacità dello Stato di accertare i reati.

La perquisizione è un atto a sorpresa

Serve a impedire che le prove vengano distrutte, occultate o manipolate. E avvisare l’indagato con due ore di anticipo significa frustrare il senso dell’atto. Certo, un criminale non farebbe passare quelle due ore senza far nulla. Basterebbe un clic per cancellare un hard disk, un messaggio per far sparire documenti o trasferire denaro. In un mondo dove la prova è quasi sempre digitale, due ore equivalgono all’impunità.
La norma è fatta con i piedi, non vorrei pensare altro. E non è un caso che magistrati esperti, come Marco Bisogni della Direzione distrettuale antimafia di Catania, abbiano parlato di “rischio serio per le fonti di prova”. E hanno ragione.

Perché con questa “sparata” si rovescia ogni logica

Lo Stato che perquisisce deve agire tempestivamente, non previa gentile comunicazione all’interessato.
Diversamente, non indaga, gli dice: “muoviti, perchè stiamo arrivando”. Al limite del favoreggiamento.
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Ministro, ascolti il consiglio: tolga il disturbo e si goda la pensione.
Perchè non è cosa sua.
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Piero Gurrieri tra la gente