Il “casus belli”

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Il “casus belli”

A parte le solite pietose baruffe per piazzare un proprio rappresentante qua e là di cui all’elettorato di centrosinistra importa poco, ciò che davvero potrebbe impedire l’agglomerarsi di un fronte unico antifascista è la guerra in Ucraina con la fregola bellica e gli afflati pacifisti che l’accompagnano.
Come in ogni guerra a orientare le opinioni è la propaganda, e come in ogni guerra essa è smisuratamente nelle mani di chi nella morte e distruzione altrui ha trovato la propria miniera d’oro, economica, finanziaria, politica e ideologica.
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Per l’elettore medio, non parlo degli appassionati volontari che frequentano questa pagina, capire da che parte stare è troppo faticoso e, tra i guai che lo affliggono, certamente non prioritario. Non servirebbe un grande sforzo per capire che molti di quei guai dipendono proprio da quella guerra e che i suoi sostenitori sono gli stessi che invece dovrebbero aiutarlo a pagare il mutuo, a trovare un lavoro, a fare la spesa, a difendere la propria salute.
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La buona notizia è che molto prima della scadenza elettorale la guerra sarà finita non per la sazietà degli speculatori ma per la consunzione della materia prima, di quei disgraziati ucraini e russi che sono crepati perchè i pagliacci di turno potessero inneggiare alla merdavigliosa democrazia occidentale e a un diritto internazionale che, dopo Gaza, è ormai più puzzolente della lettiera del gatto di casa.
A guerra finita l’elettorato si dimenticherà presto dell’Ucraina, dovranno inventarsi qualcosa di nuovo per spaccare il fronte antifascista.
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Mario Piazza