DI ALFREDO FACCHINI

L’ultima frontiera dl trumpismo. Tra fake e grottesco

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Milioni di persone sono scese in piazza in centinaia di città degli Stati Uniti per il “No Kings Day”, una protesta contro il presidente.
Donald Trump ha risposto alle mobilitazioni definendole “contro l’America” e, sul suo social Truth, ha diffuso un video generato con l’intelligenza artificiale: lui, con una corona da re, che sale su un aereo militare e lancia letame sui manifestanti. Sulla stessa lunghezza d’onda, il vicepresidente JD Vance ha rilanciato un altro video in cui Trump appare come un monarca medievale, spada alla mano e sudditi inginocchiati.
Prima il video su Gaza-riviera, ora questi altri due
La politica secondo Trump si fa così: sfacciatamente senza limiti, senza etica, senza realtà. Questa è la nuova coreografia del potere. L’intelligenza artificiale, in mano al trumpismo, rischia di diventare il veicolo per fabbricare una nuova egemonia culturale fondata sulla provocazione. Dove il potere non risponde più a nulla, se non a sé stesso.
Non è solo la deriva di un uomo, ma il segnale di un sistema in decomposizione. E dietro di esso si muove una destra globale che osserva, copia, sperimenta. Questa robaccia, prima o poi, arriverà anche da noi.
Ora siamo alla manipolazione ancora analogica
Praticata per il momento da una setta di seguaci della canaglia alla Casa Bianca. C’è quello che dice che a Gaza “non ne ha visti tanti dimagriti” e quella che nega che l’esercito israeliano abbia mai mitragliato civili. Per ora un negazionismo solo scritto e verbale. Tempo al tempo. La ducetta è cresciuta a pane e speech di Bannon.
È qui che si misura la nuova frattura del nostro tempo: tra chi descrive la realtà e chi la sostituisce.
Trump è il simbolo di questo abisso
In un mondo in cui l’algoritmo decide cosa è reale, la prima forma di resistenza è vedere. Guardare davvero. Il potere non vuole solo convincerti: vuole formattarti. Costringerti a usare le sue parole, le sue emozioni, la sua grammatica.
È qui che entra in gioco la responsabilità dei media
Delle piattaforme, di chi ancora crede che la parola possa illuminare invece di oscurare. Ma la stampa mainstream è ormai integrata nel dispositivo, parte dello spettacolo che dovrebbe denunciare. La verità è un lusso che non fa click. E allora resta la militanza culturale: chi pretende di fare luce, di smontare le trame, di rimettere in discussione la scena. Raccontare oggi significa combattere: contro il falso, contro la semplificazione, contro la paura.
Trump, con la sua corona artificiale e il suo letame digitale, non è che un sintomo. Il vero virus è il consenso automatico, l’assuefazione collettiva all’irrealtà.
E allora sì: “No Kings Day”
deve essere ogni giorno. Perché la libertà – quella vera, quella che non si può generare con l’intelligenza artificiale – comincia quando qualcuno decide di spegnere lo schermo e tornare a vedere il mondo per quello che è.
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Alfredo Facchini