Il Quirinale ferma la “legge anti- Scarpinato e De Raho”: La Costituzione non si tocca!

DI PIERO GURRIERI

 

Il Quirinale ferma la “legge anti- Scarpinato e De Raho”: La Costituzione non si tocca!

Le istituzioni, e Il Presidente della Repubblica, stavolta hanno fatto argine.
Il Servizio Studi del Senato e poi quello del Quirinale hanno giudicato incostituzionale la cosiddetta legge anti-Scarpinato e De Raho, con cui il centrodestra voleva di fatto mettere a tacere i due senatori del Movimento 5 Stelle nella Commissione parlamentare antimafia. Il disegno di legge, presentato da Fratelli d’Italia, prevedeva che bastassero due soli membri della Commissione per sollevare un presunto “conflitto di interessi” nei confronti di un collega.
Sarebbe poi stata la stessa Commissione, a maggioranza, a decidere se quel senatore dovesse astenersi dai lavori e dal voto su determinati atti.

Tradotto in parole semplici:

la maggioranza politica avrebbe avuto il potere di escludere chi non si allinea, di silenziare una voce critica con il paravento dell’etica pubblica.
Roberto Scarpinato e Federico De Raho, già magistrati impegnati nelle indagini più delicate sulle stragi di mafia del 1992-94, oggi senatori del M5S, siedono in Commissione antimafia e sostengono – come molti studiosi – che in quelle stragi vi fu un intreccio tra Cosa Nostra, pezzi deviati dello Stato e ambienti eversivi di destra.
Una tesi scomoda per chi, nel centrodestra, preferisce la narrazione della “matrice solo mafiosa”, utile a riscrivere la storia e a proteggere antiche responsabilità politiche.
Il disegno di legge serviva dunque a neutralizzarli, impedendo loro di partecipare alla discussione su quelle vicende.

Ma il Quirinale ha detto NO

Ha detto che la norma proposta dalla destra era contro la Costituzione. Perché violava l’art. 67, limitando la libertà del parlamentare di esercitare il mandato senza vincoli.
Perchè trasformava una commissione politica in un organo disciplinare. Perché negava il principio di uguaglianza tra i parlamentari, consentendo alla maggioranza di mettere a tacere la minoranza.
Perché svuotava il Parlamento della sua autonomia, piegandolo alla convenienza del potere di turno.
Rilievi talmente forti che loro si sono dovuti adeguare.

La Costituzione, per questa volta, ha resistito

Ma lo ha fatto a fatica, e solo grazie all’intervento del Quirinale.
Presidente, desidero dirglielo come giurista ma soprattutto come cittadino: grazie del Suo intervento ma lo faccia più spesso, perchè se cade la Costituzione cadrà anche la nostra Repubblica di cui Lei è il garante.
E le aggiungo che è proprio questo il dato più inquietante: se serve il Capo dello Stato per ricordare che la maggioranza che siede in Parlamento non può mettersi sotto i piedi la Costituzione o come in questo caso silenziare il dissenso, vuol dire che la democrazia italiana è già sotto assedio.
E che occorre difenderla.
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Piero Gurrieri tra la gente