La Polonia non consegna gli autori dell’attentato al Nord Stream alla Germania

DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI

P. F Pennati

 

La Polonia non consegna gli autori dell’attentato al Nord Stream alla Germania

Nonostante le prove raccolte e gli accordi internazionali pare evidente che sia all’interno dell’UE che della NATO qualcosa non funzioni.

Stiamo tutti assistendo come da inizio conflitto in Ucraina in effetti ogni stato faccia un po’ come gli pare a seconda della convenienza e delle convenzioni, ma quando qualcosa era impossibile da nascondere, almeno fino ad ora, si era sempre cercato un basso profilo mediatorio, invece ora inaspettatamente la Polonia alza la voce contro gli stessi partner.

Infatti, secondo il governo polacco, perseguire penalmente chi, combattendo contro la Russia, ha danneggiato una sua infrastruttura strategica, sarebbe contrario agli interessi nazionali ed a quelli dell’alleanza atlantica, cosi ha deciso di non consegnare alle autorità tedesche il cittadino ucraino sospettato di aver partecipato all’esplosione del Nord Stream 2 nel 2022 e di lasciarlo persino libero.

E come se questo già non bastasse, il primo ministro Tusk ha anche dichiarato che “Il problema con Nord Stream 2 non è che sia stato fatto esplodere. Il problema è che sia stato costruito”.

Forse intendeva bypassando la Polonia, dato che il percorso scelto non le forniva alcun beneficio ed, al contrario, ne ledeva in parte gli interessi, o forse si tratta solo dell’atavico odio polacco per la Russia, dimenticando che la Polonia fu liberata dal nazismo proprio da essa. Auschwitz, il simbolo della crudeltà nazista, ma anche della disfatta del Terzo Reich, si trova proprio in Polonia e fu liberato dai russi, ciò nonostante il timore di una, seppur improbabile, invasione russa pare prevalere su tutto il resto.

Così un attentatore viene lasciato libero perché combatte dalla parte giusta, anche se questo è costato miliardi alla Germania ed ha gettato in crisi energetica un continente, ma si sa, gli amici vanno protetti e per loro si infrange il diritto, un po’ come in Palestina.

A chiarire tutto è stato Tajani: “il diritto internazionale vale fino ad un certo punto”…

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Pierluigi Ferdinando Pennati