Il difetto sta nel manico

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Il difetto sta nel manico

Il vecchio aforisma inteso ad attribuire al potere la responsabilità di un misfatto va interpretato nel modo giusto se parliamo della bomba intimidatoria davanti alla casa di Sigfrido Ranucci.
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Certo, il governo e i suoi giannizzeri onnipresenti hanno dimostrato in ogni modo la propria feroce ostilità alla libera informazione. Nulla di strano che su Ranucci siano piovute campagne di delegittimazione, boicottaggi e querele temerarie perchè a differenza delle conferenze stampa e dei talk show il giornalismo d’inchiesta non ha bisogno di un interlocutore che, come Meloni sta facendo da quando è entrata a Palazzo Chigi, può semplicemente sottrarsi al confronto.
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Il giornalismo d’inchiesta cerca gli scheletri negli armadi ed era dai tempi di Licio Gelli e della P2 che quelli di chi comanda non ne erano così pieni. I tentacoli dei potenti di oggi si estendono ovunque, nei servizi segreti che spiano gli oppositori, tra i mercanti di armi, nel tifo calcistico organizzato che pullula di delinquenti, tra le bande governative libiche che trafficano in esseri umani, nelle formazioni neofasciste attigue al governo, tra le mafie che già stanno incassando i miliardi del Ponte fino ai normali bancarottieri d’alto bordo.
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Con complicità del genere la cosa strana non è la bomba intimidatoria, c’è invece da meravigliarsi che Sigfrido sia ancora vivo.
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Mario Piazza