Finalmente si sente la parola più anelata, più desiderata degli ultimi anni: PACE

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Finalmente si sente la parola più anelata, più desiderata degli ultimi anni: PACE

Finalmente niente bombe e nessun bambino mutilato o sparato in testa o al cuore. Questo è il più grande dei sollievi possibili. Nessun convoglio bombardato dall’alto. Nessun carretto con materassi e televisori verrà distrutto insieme a chi lo conduceva. Finalmente uno spiraglio di umanità si farà largo in un dilagare di putridume, malvagità e sete di sangue.

Restano irrisolte le grandi questioni, però è un inizio

Trump si intesta il caparbio appoggio, anche materiale, a un genocidio e, adesso, la pace. È l’unico che poteva imporre qualcosa a Netanyahu e l’ha fatto. L’Europa, come sempre è accaduto negli ultimi anni (forse decenni o secoli) non ha toccato palla. Siamo condannati alla più triste irrilevanza e ce lo meritiamo ampiamente.

Irrilevante è stato, nel processo di pace, il governucolo italiano

Rilevante però, è stato l’appoggio sostanziale e di fatto al genocidio. Nonostante i balbettii dei suoi componenti, a cominciare dalla Presidente del Consiglio, paradossalmente ce li ritroviamo, oggi, cercando disperatamente di intestarsi il merito della pace. Una barzelletta che non fa ridere. Sarebbe buono e giusto fare seguire, almeno per questa volta, ai proclami le spiegazioni.

Dire perché vanno ringraziati, non sarebbe male

Dire quali atti, dovuti a loro, hanno facilitato il processo di pace, sarebbe ancora meglio. Perché ciò che rimarrà alla storia di Meloni, Tajani e Salvini, sono solo omissioni. E, nell’ultimo caso, anche dichiarazioni di soddisfazione per la mattanza e appoggio alla stessa.
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Il sorriso a 64 denti fu esposto in una intervista alla TV israeliana. E l’appoggio a TUTTO fu totale. Difficile che il suo neurone gli trasmetta il senso della vergogna. Non ci sperate.
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Giancarlo Selmi