DA REDAZIONE

LORIS MAZZETTI da ARTICOLO VENTUNO –
Dall’eccidio di Marzabotto a quello di Gaza

Ottantuno anni fa, 29 settembre – 5 ottobre, sull’Appennino bolognese, tra Marzabotto e Monte Sole, è stata compiuta la strage nazifascista più efferata nei confronti di civili, la maggior parte bambini, donne e anziani. Un vero e proprio eccidio. Le truppe naziste comandate dal maggiore Reder guidate da fascisti in divisa tedesca trucidarono 775 innocenti.
Domenica 5 ottobre a Marzabotto si commemorano i morti, alla cerimonia interverranno la sindaca Valentina Cuppi, il cardinale Matteo Maria Zuppi, Annalisa Corrado parlamentare europea e membro dell’equipaggio della Global Sumud Flotilla e il giornalista Gad Lerner. Ricordare la storia per non dimenticare, perché quei fatti non accadano più. Quante volte queste parole sono state dette inutilmente in tutti questi anni. Con il genocidio di Gaza c’è da domandarsi dove è finita la nostra umanità, soprattutto quella di chi governa. Bambini, donne, anziani palestinesi che pagano il prezzo dell’incapacità della comunità mondiale di far rispettare a Israele la legalità internazionale.
La debolezza dell’Europa nei confronti di Israele si è vista in questi giorni con la Flotilla, imbarcazioni con cinquecento attivisti a bordo provenienti da quarantaquattro paesi, prima bombardata poi fermata in acque internazionali. Il merito di questa spedizione umanitaria e politica allo stesso tempo, è quello di aver sensibilizzato le coscienze.
Tra le immagini che rimarranno nella memoria di tutti oltre ai morti tra questi tredicimila bambini, ci sono ospedali, scuole, luoghi sacri, farmacie, negozi, abitazioni rase al suolo da migliaia di bombe lanciate da droni israeliani, a queste si sono aggiunte altre immagini arrivate dalle piazze delle città, dei paesi, grandi e piccoli, dell’Italia. Immagini che riempiono il cuore: studenti, lavoratori, cittadini che hanno pacificamente sfilato per le strade con striscioni dedicati alla libertà della Palestina, alla libertà degli ostaggi, alla pace di quella che politici e giornalisti ignoranti definiscono guerra.
L’indimenticato Vittorio Vic Arrigoni scriveva: “A Gaza solo i morti hanno visto la fine della guerra, per i vivi non c’è tregua che tenga alla battaglia quotidiana per la sopravvivenza. Senza più acqua, né gas, senza corrente elettrica, senza pane e latte per i propri figli”. Vic è stato ucciso quattordici anni fa. E’ la dimostrazione che quello che sta accadendo da due anni a Gaza è un’onda lunga e soprattutto prevedibile, ma la politica internazionale in questi anni l’ha volutamente ignorata.
La risposta agli attivisti della Flotilla, sono stati oltre due milioni di cittadine e cittadini, soprattutto studenti e lavoratori che venerdì 3 ottobre si sono riuniti nelle piazze, come negli anni settanta durante gli anni di piombo. Finalmente è stata data una lezione di civiltà e di responsabilità a questa destra destra che ha tradito il giuramento fatto sui principi costituzionali nel momento in cui è stato costituito il governo con a capo Giorgia Meloni, con la politica che ha portato avanti in questi quasi tre anni.
L’arroganza e il disprezzo delle parole della presidente del Consiglio nei confronti di chi ha partecipato allo sciopero generale di venerdì scorso indetto dalla CGIL capitanata da Landini ricordano quei tempi e quei fatti di ottantuno anni fa che hanno portato all’eccidio di tanti innocenti a Marzabotto, a Monzuno, a Grizzana Morandi.
Avremmo voluto sentire dalla Meloni l’indignazione nei confronti del genocidio in atto a Gaza, della disumanità presente in quella terra, di ciò che sta accadendo nei confronti dei giornalisti palestinesi, ben 236 caduti sotto le bombe israeliane, responsabili per aver raccontato ciò che stava accadendo a Gaza. Un detto dice: “Chi va con lo zoppo impara a zoppicare”.
Ieri allieva di Almirante, oggi genuflessa a Trump.
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Loris Mazetti da

4 Ottobre 2025