DA REDAZIONE

La redazione di OLNEWS pubblica la lettera aperta alla premier Meloni di Lorenzo Tosa, condividendone appieno i contenuti e le cosiderazioni.
LORENZO TOSA dalla sua pagina FACEBOOK –
Gentile Presidente Meloni,
Visto che si è permessa di tirare in ballo frontalmente milioni di cittadini italiani che non la votano – tra cui il sottoscritto – accusandoci, sono parole sue, di “festeggiare” e “giustificare” l’uccisione di un uomo americano di cui a malapena conoscevo l’esistenza, sappia che non sto e non staremo qui a farci accusare d’odio dalla leader riconosciuta di una parte politica che ha sistematicamente sdoganato l’odio come categoria stessa della politica: contro le minoranze, i migranti, i fragili, gli omosessuali, le femministe, chiunque fosse portatore di una diversità sgradita alla narrazione suprematista patriarcale dominante ed egemone.
Sappia che non starò qui a farmi dare dell’odiatore da qualcuno che strumentalizza anche la morte di un uomo e la brandisce come arma di propaganda e di soffocamento di ogni legittima e SACROSANTA critica alle “idee” – se così le vogliamo chiamare – di Charlie Kirk.
Non cederemo al ricatto con cui la sua parte politica vorrebbe usare l’azione criminale di uno squilibrato senza alcuna collocazione né colore politico per mettere a tacere (definitivamente?) chiunque abbia un’idea diversa di mondo, una concezione differente di diritti, di rispetto del prossimo, di eguaglianza sociale.
E di sicuro non è e non sarà la morte di un uomo a farci smettere di combattere per le idee in cui crediamo, ma, anzi, ci farà dire ancora più forte che l’unica, incombente, grave e concreta minaccia per milioni di americani di ogni schieramento – e speriamo non anche qui da noi – non è affatto un fantomatico quanto ridicolo “odio della sinistra” ma piuttosto la libertà con cui qualunque cittadino, anche il più violento, il più fragile, il più folle, oggi è in grado di procurarsi un’arma e sparare.
E tutto questo, gentile Presidente, non l’ha voluto la “sinistra brutta e cattiva” ma l’ha teorizzato nientemeno che il Presidente degli Stati Uniti Trump e ribadito come un mantra, quasi una preghiera, la stessa persona che da uno di quei fucili è stato ucciso.
E, se lei fosse una statista degna di questo nome, invece di una versione macchiettistica e provinciale di un populista di quart’ordine con capelli arancioni e poteri quasi assoluti, beh lei oggi, in un momento così delicato, sarebbe salita su quel palco a gettare acqua sul fuoco, a parlare a TUTTI gli italiani nessuno escluso e non a una parte.
A un Paese intero, non ai suoi tifosi.
A raffreddare il clima invece di incendiarlo.
A schierarsi insieme a noi contro il libero e indiscriminato possesso delle armi da fuoco e ogni forma di discriminazione e segregazione fisica, sociale e affettiva.
Perché questo fanno gli statisti in questi momenti. E lei non ne ha neanche i bottoni della giacca.
L’odio, gentile Presidente del Consiglio, ha molte facce, e additare un avversario politico senz’altra ragione che la sua propaganda, è una delle facce più subdole, feroci e pericolose.
E, sin quando questo Paese sarà una democrazia, non glielo consentiremo.
Con nessuna stima.
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Lorenzo Tosa