DI FABIO SALAMIDA

Mentre il governo, la ministra Santanchè e i loro cinegiornali raccontano un Paese immaginario, i loro amici “imprenditori” lamentano un crollo di presenze

Poveri balneari, ancora non avevano smesso di celebrare il governo “amico” che li continua a proteggere dalla cattivissima Europa, da quell’Europa che vorrebbe che le spiagge siano assegnate con dei regolari bandi e non svendute per quattro soldi, che i loro lidi diventano dei deserti.
Le spiagge si svuotano, ma per il Governo va tutto bene
Colpa del caro prezzi e del potere d’acquisto degli italiani che continua a crollare, malgrado il governo e i suoi cinegiornali raccontino un Paese che non esiste, un Paese dove l’economia viaggia a gonfie vele e i ristoranti sono pieni. Colpa anche degli stessi balneari, che quelle spiagge che a loro costano dai mille ai duemila euro di canone, le fanno pagare a caro prezzo ai loro legittimi proprietari: gli italiani.

La mia risposta a Daniela Santanché
E poi c’è lei, la mitologica ministra del Turismo, Daniela Santanchè. Lei che denuncia l’odio della sinistra, un odio dovuto alla sua ricchezza, al suo lettino a due piazze al Twiga, alle sue serate al Billionaire, alle sue scarpe con tacco da 12 centimetri e soprattutto alla sua collezione di borse, condivide il classico servizio del Tg1 in cui si narra del “bollono nero” sulle strade in vista del consueto “esodo” di Ferragosto e della “saturazione” delle strutture ricettive del Belpaese. Il multiverso insomma.
Il pianto dei balneari
Una narrazione che ignora gli allarmi delle associazioni di categoria, che lasmentano un calo significativo delle presenze e un conseguente crollo del fatturato. Chissà se i suddetti balneari, gli albergatori e i ristoratori che si fregavano le mani alzando i prezzi a dismisura, nei prossimi mesi avranno la faccia tosta di pretendere dei nuovi ristori. Per ora si limitano a piangere, a lamentare il fatto che la gente si vede solo nel weekend e si porta il cibo da casa, che i ragazzi che vorrebbero sfruttare come bagnini preferiscano godersi le vacanze per poi andare, in autunno, a lavorare in Paesi civilizzati dove il lavoro viene pagato il giusto.
Zan (PD): “Gli stipendi calano, i prezzi salgono”
Si sa, a certi italiani questo governo piace tanto perché se governasse la temuta “sinistra” i ministri penderebbero solo ai diritti LGBT e all’accoglienza dei migranti, quei migranti che – giusto ricordarlo ogni tanto – se domani sparissero farebbero crollare l’economia italiana, che a loro deve il 10% del Pil. E farebbero chiudere molti dei locali di quelli che oggi frignano, perché senza cuochi, camerieri e bagnini stranieri, gli stabilimenti chiuderebbero.
Chissà se quegli italiani ricordano che quando la sinistra ha preso parte a governo più o meno “tecnici” l’economia andava molto meglio (lo dicono i dati ISTAT, non Fabio Salamida), gli stabilimenti facevano il pienone e i prezzi erano contenuti. “Gli stipendi calano, i prezzi salgono, e per milioni di italiani le vacanze sono ormai un miraggio. Dov’è il Paese delle Meraviglie di Giorgia Meloni, quello dove tutto funziona alla perfezione? La premier continua a venderci l’Italia delle cartoline mentre il Paese reale è quello degli scontrini salati e delle ferie passate a casa”. Sono le parole dell’Eurodeputato Alessandro Zan, uno di quelli che nell’immaginario dell’analfabeta funzionale dovrebbe pensare solo ai diritti.
“In un Paese dove si fatica ad arrivare a fine mese e non ci si può permettere ombrelloni e hotel – continua Zan – parlare di turismo come ‘uno dei motori traianti dell’economia’ è una presa in giro. Meloni esca dai palazzi e si confronti con l’Italia vera: quella che non chiede selfie in riva al mare, ma stipendi che permettano di arrivarci”. Come dargli torto…
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10 Agosto 2025