È arrivata la lettera di Trump. Meloni e Tajani gioivano per i dazi al 10%

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

È arrivata la lettera di Trump. Meloni e Tajani gioivano per i dazi al 10%

.
Meloni dichiarava la sua soddisfazione per quella cifra che, comunque, sarebbe costata all’Italia, secondo i calcoli di Confindustria, oltre mezzo punto di PIL, 10 miliardi in meno di introiti, minori entrate per lo stato e 118.000 posti di lavoro. Meloni minimizzava, “è sostenibile” diceva, “non accadrà nulla”. Ma lei con i calcoli va notoriamente d’accordo.

Sì è attribuito il ruolo di “pontiera” con il suo “amico” Trump

È stata la prima ad aderire all’invito del suo amico di “baciargli il culo”. È arrivata subito, per prima, e glielo ha baciato. Svendendo pezzi di sovranità nazionale, impegnando il Paese per decenni per arricchire gli Usa e far fare bella figura al suo amico. A spese del popolo italiano. Le è andata malissimo.
Il suo amico ha dimostrato quanto gli importi l’amicizia della pontiera, quale considerazione abbia della stessa e l’ha premiata con una badilata in faccia. DAZI AL 30% su tutti i prodotti europei, compresi quindi, i nostri.

Il 10% era una tragedia, immaginiamo il 30%

Un disastro di proporzioni bibliche. Un disastro annunciato dalla pochezza di chi ci governa e dal nulla che rappresenta l’Europa.
Bisogna fermarli, prima che ci facciano precipitare per sempre. Bisogna fermare Meloni. Bisogna fermare Von der Leyen.
Forse c’è ancora tempo.
.
Giancarlo Selmi