Merz: “la Germania è in guerra, fuori i soldi”

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

Da REMOCONTRO –

Il Cancelliere Friedrich Merz ce la sta mettendo tutta: vuole convincere i suoi compatrioti che la Germania è già in guerra con la Russia. Un ‘conflitto asimmetrico’, che è stato scoperto dai Servizi segreti di Berlino (BND). Quelli che, in tre anni, non sono ancora riusciti a capire chi ha sabotato il Nord Stream?

Merz, Der Spiegel e Putin

In un report di Der Spiegel, vengono indicati i segnali dell’assalto putiniano. «Secondo Merz – scrive lo Spiegel – la Germania è da tempo sottoposta a una moltitudine di attacchi. Lui li ha elencati: cavi sottomarini distrutti nel Mar Baltico, caserme della Bundeswehr spiate dai droni e fake news generate dall’intelligenza artificiale. Il Cancelliere ha affermato che la transizione tra guerra e pace è ‘fluida’. Siamo già stati attaccati dalla Russia in questo senso». Il succo strategico di tale discorso lo propone lo Spiegel: «Anche se nessun esercito di carri armati russi avanza verso la Germania, secondo l’interpretazione di Merz, il Paese si trova già in una sorta di stato di guerra». Gli esperti di ‘war games’ direbbero semplicemente, tutto qui? Si, perché le spiegazioni fornite da Merz non sono degne di uno statista che si dichiari (ai giornalisti) «in stato di guerra», tra l’altro con una potenza nucleare accampata «ante portam».

“Le motivazioni del Cancelliere sono labili, vaghe, forse anche pretestuose. Insomma, puzzano lontano un miglio di bruciato. Sembrano alibi, maldestramente affastellati per giustificare un riarmo tedesco sproporzionato, con somme da capogiro sottratte indegnamente ai bisogni sociali.”

“Effetto Starmer”

Perché l’effetto Starmer è dietro l’angolo, visto quello che sta succedendo in Inghilterra. Qui nessuno fa il tifo per Putin, ci mancherebbe altro. Ma ‘est modus in rebus’, c’è modo e modo di fare le cose. Non ci si può genuflettere, davanti al complesso militare-industriale, per ragioni che poco hanno a che vedere con un reale pericolo per la sicurezza nazionale. Il punto è proprio questo: Merz cita azioni di ‘confronto asimmetrico’ che fanno tutti, Occidente compreso. Sui sabotaggi, lo spionaggio satellitare, i cyberattacks e la ‘disinformacja’ da entrambe le parti, si potrebbero scrivere enciclopedie. Dunque, perché Merz esce allo scoperto, in modo così spericolato, giusto ora? «Appena entrati in carica – dice sempre lo Spiegel – Merz e i suoi ministri chiave incontrarono a maggio i rappresentanti del Servizio di intelligence federale. L’agenzia di intelligence estera condivise con il gruppo le sue informazioni segrete. L’attenzione si concentrò sulla rapidità con cui avrebbe potuto verificarsi un serio confronto con la Russia. Finora, il 2029 era considerato un possibile punto di svolta, il momento in cui le forze armate di Vladimir Putin si sarebbero riprese dalle perdite subite nella guerra in Ucraina e sarebbero state in grado di lanciare un attacco su vasta scala sul territorio della NATO. Gli esperti del BND sono giunti a questa conclusione dopo aver valutato i dati sull’industria bellica russa».

I segreti della chiromante

Più che una seria analisi predittiva di futuri scenari strategici, scusate, ma sembra il vaticinio di una chiromante. Qualsiasi economista serio, che abbia dimestichezza con l’apparato finanziario e produttivo russo (e che sappia leggere i dati) sa benissimo che quel sistema-Paese, anche a causa della guerra in Ucraina e delle sanzioni, sta lavorando in sofferenza. E che se anche il conflitto finisse domani, i tempi di recupero e le risorse da dedicare a una eventuale «guerra europea» sarebbero assolutamente improponibili. La Russia non potrà mai iniziare una guerra convenzionale contro l’Europa. La perderebbe senza scampo. Potrà però continuare a ‘giocare’ su quella sottile linea di confine che ci separa, in un’eventuale escalation, dall’utilizzo di armi nucleari tattiche. Per questo, bisognerebbe spiegare al Feldmaresciallo Merz, che armarsi fino ai denti di armi convenzionali contro una superpotenza nucleare non serve a niente. Tanto, prima o dopo si arriva al dunque.

Il mito della “Grande Germania”

Ma Merz crede fermamente al mito della grande Germania, erede dei Cavalieri teutonici, spietati colonizzatori delle terre slave. Anche se oggi legge la storia al rovescio. «L’industria bellica russa – sostiene Der Spiegel – è a pieno regime, con 1.500 carri armati che escono dalla catena di montaggio ogni anno. Mosca sta anche facendo passi da gigante nella produzione di droni: non ha più bisogno di importare dall’Iran i droni da combattimento tipo Shahed che Putin usa ogni notte per terrorizzare l’Ucraina. La sua industria ne produce una versione significativamente più potente, con una produzione di 2.000 o più unità al mese. Nella primavera dello scorso anno – prosegue l’articolo –  l’ispettore generale Carsten Breuer parlò per la prima volta del 2029 come di un anno critico. Il capo militare tedesco diede un’indicazione temporale alla minaccia russa. Voleva essere un monito, un invito a prepararsi rapidamente alla guerra, come richiesto dal Ministro della Difesa Boris Pistorius (SPD)».

“È assolutamente incredibile il disincanto, quasi la levità, con la quale i tedeschi riescono a parlare di fare la guerra, come se fosse una delle attività più connaturate a ogni società umana. Forse come diceva Levi Strauss, in fondo ogni popolo si porta un Dna ancestrale nella propria psiche.”

Tolto il coperchio, cosa bolle realmente in pentola?

Detto questo, andiamo al dunque: i soldi. «Nel frattempo – avverte lo Spiegel – alcuni temono che gli avvertimenti sul 2029 possano avere l’effetto opposto. ‘La data suggerisce che possiamo riposare in pace per altri quattro anni’, afferma un alto generale della NATO. È preoccupato che gli eserciti europei stiano prendendo tempo con il loro riarmo. Gli analisti del BND sono anche scontenti del fatto che il 2029 sia diventato un punto fermo nel dibattito pubblico sulla politica militare». Capito? L’anno spartiacque non è stato messo a caso dai ‘novelli 007-Nostradamus’. No, per usare un termine mutuato dall’artiglieria campale (siamo in tema) è un “falso scopo”, cioè si mira verso di lui, ma si spara da un’altra parte. Si cerca di stanziare il più possibile e di velocizzare la spesa. Proprio quello che è avvenuto in gloria all’ultimo vertice Nato. E, finalmente, ‘in cauda venenum’, dopo cotanto fosco preambolo, le conclusioni (realistiche) dello Spiegel: «Un attacco su vasta scala da parte dell’esercito russo potrebbe non essere possibile prima di diversi anni. Quanto sia probabile, o a quali condizioni Putin potrebbe decidere di farlo, nessuno può dirlo. Ma il BND è convinto che la Russia stia già attaccando la Germania in modi a volte più, a volte meno subdoli, e ha aggiornato i suoi scenari di guerra».

Intelligence patacca

“Un capolavoro di Intelligence insomma. ‘Naturale’, è ovvio, niente di ‘artificiale’, che potrebbe far pensare male. Magari a una volgare patacca, per abbindolare molti deputati creduloni del Bundestag, pronti a sostenere il ‘Quarto Reich merziano’. Sarà un caso, ma ieri il Cancelliere ha chiamato Trump e gli ha chiesto di avere missili Patriot, da comprare subito, per girarli all’Ucraina. Forse Merz spera che, tra un po’, la sua guerra possa diventare ‘simmetrica’.”

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Articolo di Piero Orteca dalla redazione di

5 Luglio 2025