DI GIORGIO CREMASCHI
Siamo stati noi…
Il governo Meloni per bocca del suo sottosegretario all’Interno ha ammesso alla fine ciò che. grazie a Fan Page, non poteva più negare.
Ben cinque poliziotti sono stati infiltrati in Potere al Popolo con lo scopo particolare di spiare l’organizzazione e studentesca Cambiare Rotta – organizzazione giovanile comunista.
Meglio tardi che mai
visto che sinora il governo aveva taciuto e quando era stato colto che con le mani nel sacco con il primo infiltrato a Napoli, aveva parlato di iniziativa personale e storie d’amore.
Ora il governo ammette lo spionaggio, ma con una mistificazione ed una aggravante. La mistificazione è dichiarare che i poliziotti non fossero sotto copertura, perché regolarmente iscritti alla Università con il proprio nome.
Che fesseria è questa?
Forse che gli agenti si sono qualificati come tali mentre partecipavano alle assemblee e alle manifestazioni, compresa una che a Bologna contestava Giorgia Meloni? Di scuse stupide e ridicole per le azioni della polizia è piena la storia, anche tragica, del nostro paese. Qui si aggiunge goffaggine ad una infiltrazione maldestra e presto scoperta, certo, ma non per questo meno grave.
E infatti gravissima è la giustificazione del governo:
le infiltrazioni sono atti legittimi per tutelare la sicurezza pubblica. Questa affermazione è stata fatta dal sottosegretario di un Governo che si è appena visto smontare dalla Corte di Cassazione la propria fascistissima legge sulla Sicurezza. Con la stessa credibilità democratica il Governo Meloni rivendica per sé il potere di infiltrare e spiare organizzazioni democratiche. Il sottosegretario che ha spiegato che l’anno scorso su 12000 manifestazioni il 2% sia finito in violenze. Premesso che è tutta da discutere la responsabilità di quelle violenze, se dei manifestanti onde invece della repressione poliziesca, cosa vuol dire questa percentuale? Un diritto del governo all’infiltrazione in modica quantità?
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Giorgio Cremaschi