Ci siamo abituati al dibattito abbruttito dei talk show televisivi e dei social network

DI MICHELE PIRAS

 

Ci siamo abituati al dibattito abbruttito dei talk show televisivi e dei social network

E persino nelle discussioni al bar sono saltate le minime regole d’ingaggio, addirittura la logica del confronto. Quelli che se parli di Gaza ti chiedono perché non parli dei morti ucraini, come se si potessero fare differenze fra le vittime innocenti, fra un bambino che muore sotto le bombe russe e uno che muore sotto le bombe israeliane.

Ci sono quelli che se denunci il massacro in Palestina ti dicono che sei amico di Hamas, che sei antisemita

Poco conta se denunciare un genocidio non significa schierarsi con la resistenza islamica,  poco conta se anche i palestinesi sono semiti, poco conta se Israele non è tutto il popolo ebraico o se hai da sempre combattuto il razzismo in ogni sua forma. Poco conta se l’odio contro gli ebrei è da sempre, soprattutto, un punto di propaganda e ideologia della destra.
Ma qui ormai si è al paradosso culturale e tu non puoi parlare dei crimini di Israele, loro invece possono riempire i loro discorsi e i loro slogan di un odio viscerale per il mondo arabo e musulmano senza porsi minimamente il problema che anche questo è razzismo.

Trump ad esempio

che è il loro paladino, può tranquillamente sostenere i crimini di Israele, aiutare militarmente e politicamente Netanyahu, ritirare gli aiuti all’Ucraina, umiliare pubblicamente il suo Presidente, deportare i migranti dal proprio Paese come fossero criminali, che nessuno batte ciglio.

Ma l’ultima è il piatto forte

Perché ora ci sono persino quelli che negano il massacro di Gaza, quelli che ti dicono che non ci sono prove, quelli che ti dicono che non è vero che tutto è distrutto.
E vedete, questa è la ciliegina sulla torta di uno strisciante neonazismo del XXI secolo, il cui nuovo nemico è proprio l’Islam come allora erano gli ebrei, che si nutre di pregiudizi, luoghi comuni, distorsioni delle fedi religiose, falsificazione della realtà. E così si va da quelli che teorizzano un nuovo olocausto dei palestinesi a quelli che lo praticano a Gaza e in Cisgiordania, fino a coloro che ne negano l’esistenza.
Esattamente come fecero quegli altri.

Ed è esattamente questo che va combattuto

Per il bene di tutti, laici, cristiani, buddisti, confuciani, shintoisti, ebrei, musulmani e fedeli di Odino.
Perché il razzismo, qualunque sia il suo nemico del momento, è sempre una colossale, maleodorante, montagna di merda.
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Michele Piras