Le parole sono importanti

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Le parole sono importanti

Sembrano trascurabili imprecisioni, approssimazioni che nulla tolgono o aggiungono al senso dei discorsi che ascoltiamo ma nella stragrande maggioranza dei casi non è così. La comunicazione è per sua stessa natura una forma di manipolazione, senza che neppure ce ne accorgiamo ci vengono proposti vocaboli che alterano la realtà sfruttando il substrato emotivo che le accompagna.

Gli esempi sono innumerevoli

Un cane labrador morde un bambino, se invece è un pitbull lo sbrana.
Chi ama una squadra di calcio è un normale tifoso, se viene coinvolto in qualche disordine diventa un ultras.
Clandestino è chi sta in Italia senza permesso a patto che sia anche povero e non bianco, negli altri casi è solo uno senza permesso.

Di tutti questi espedienti linguistici ce ne sono due che trovo insopportabilmente disgustosi

e che invece vengono usati di continuo senza che nessuno batta ciglio: chiamare “guerra” il genocidio del Popolo Palestinese e chiamare “coloni” i ladri assassini reclutati a suon di dollari da ogni parte del mondo per invadere la Cisgiordania.
Chi usa impropriamente questi due vocaboli potrebbe anche essere soltanto un oratore distratto e approssimativo ma se dovessi scommetterci dei soldi li metterei senz’altro sulla casella “farabutto”.
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Mario Piazza