Ondata di calore: non è un’eccezione, è l’allarme che ignoriamo da vent’anni

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Sandro Ruotolo dalla sua pagina FACEBOOK –

Ondata di calore: non è un’eccezione, è l’allarme che ignoriamo da vent’anni

Città soffocate dall’afa – anche nel cuore del Nord Europa, come a Bruxelles. L’Europa si piega sotto un’ondata di calore che non ha più nulla di “straordinario”. È la nuova normalità. Il caldo estremo e prolungato che da settimane investe le nostre città mette a rischio la salute pubblica, amplifica le disuguaglianze sociali e colpisce soprattutto le fasce più vulnerabili. E ancora una volta, ci trova impreparati.

Il problema non è meteorologico: è politico 

Le nostre città non sono progettate per resistere al clima che cambia. Manca il verde urbano, la cementificazione avanza, i trasporti restano inquinanti, l’edilizia è inefficiente. Quando arrivano le piogge torrenziali – altro sintomo della crisi climatica – si abbattono alberi invece di rafforzare una pianificazione urbana resiliente e integrata.

In tutto questo, continuiamo a emettere C02 alla massima velocità, come se il clima potesse aspettare.

Ogni tonnellata in più compromette il nostro futuro. Ridurre le emissioni non è più una scelta: è una necessità vitale.
Il Green Deal europeo aveva indicato una direzione: energie rinnovabili, economia circolare, tutela della biodiversità, giustizia climatica. Ma oggi quel progetto è sotto attacco, smontato pezzo per pezzo dalle pressioni delle lobby fossili e da chi difende modelli industriali ormai insostenibili.

In questo contesto, arriva da Bruxelles un segnale importante:

la proposta di fissare un obiettivo vincolante di riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040, da integrare nella legge europea sul clima. È una scelta fondamentale, attesa da tempo, che può segnare una svolta nella lotta al riscaldamento globale e avvicinare davvero l’obiettivo della neutralità climatica al 2050.

Ma attenzione: 

la flessibilità prevista nel testo non deve diventare una scappatoia per rallentare o indebolire le misure necessarie. Ogni passo indietro, ogni deroga mascherata, compromette la credibilità dell’Unione e mette a rischio gli impegni già assunti.

Il tempo è scaduto

Ogni ondata di calore è un bollettino di guerra climatica. Ignorarla è una responsabilità politica gravissima. Cambiare è ancora possibile, ma solo se smettiamo di trattare il clima come un’emergenza temporanea e iniziamo a riconoscerlo per ciò che è: la più grande sfida sociale, economica e democratica del nostro tempo.
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2 Luglio 2025