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DI LEONARDO CECCHI

Italo Bocchino candida Giorgia Meloni al Nobel per l’economia

– Una persona che per un anno ha continuato a proporre insistentemente l’emissione di “Bot cinquantennali a bassissimo interesse” come soluzione ai problemi d’Italia, senza sapere che tecnicamente era come proporre di una “gita fuori porta a Dublino”, poiché i Bot sono titoli a breve scadenza che durano massimo 12 mesi, e lei intendeva quindi dei Btp (idea comunque abbastanza sciocca: ne abbiamo a bizzeffe che durano 30 o 40 anni e non mi pare che la situazione sia rosea).
– Una persona che, pur avendo all’attivo almeno una ventina di leggi di bilancio e facendo la Premier da quasi 3 anni, ancora non padroneggia il concetto di spread, avendo sostenuto che questo essendo sceso sotto i 100 punti avrebbe reso più appetibili i nostri titoli di Stato rispetto a quelli tedeschi.
– Una persona che nonostante le esperienze di cui sopra, Parlamento e Governo, non è ancora in grado di capire che il concetto di “pressione fiscale” è in relazione al Pil, e che dunque se questa cresce vuol dire che le tasse stanno aumentando più dell’economia.
– Una persona che ancora, dopo anni, non padroneggia i concetti tutto sommato abbastanza semplici di disoccupazione, inattività e occupazione, credendo che una diminuzione della disoccupazione causata dall’aumento dell’inattività sia una cosa buona.
E ancora, ancora e ancora
Giorgia Meloni da quando ha 21 anni ha avuto a che fare con bilanci, economia, tasse e sviluppo essendo stata eletta per la prima volta a quell’età come consigliera. Oggi, dopo 27 anni, ancora siamo alla carenza di fondamentali non di politica economica, ma di cultura generale.
E Bocchino la candida al Nobel.
Avanti così.
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Leonardo Cecchi