DA REDAZIONE
Ottavio Olita da ARTICOLO VENTUNO –
Dal fango di Libero una riflessione sul futuro del giornalismo
Volgare, insultante, ma soprattutto autolesionista
Che idea, che modello di giornalismo potrà mai trarre dalla lettura dall’articolo diffamatorio di Libero un giovane che volesse dedicarsi al giornalismo? Che gli “amiconi” – quelli nelle grazie degli editori finanziati corposamente dagli alleati di destra al potere – si permettano di definire “amichetti” quei colleghi che per tutta la loro attività professionale hanno avuto come punto di riferimento solo l’articolo 21 della Costituzione è una colossale fake news, un indecente ribaltamento del codice etico della professione. Quel codice etico che ha indotto da sempre colleghi come Paolo Berizzi, Giuseppe Giulietti e tanti altri che hanno rischiato o perso la vita per sfidare minacciosi, oscuri poteri – mafiosi e/o economici, forse anche politici – piuttosto che sistemarsi nelle accoglienti pance delle vacche di editori che destinano i loro giornali alla propaganda, a volte decidendo di trasformarsi essi stessi in editorialisti, scavalcando di fatto i loro stessi direttori.
È questo il giornalismo da proporre ai ragazzi che sognano di esercitare questa professione?
È questo il giornalismo al quale aspirano tanti farisei che a quanti usano il coraggio invece dell’accomodamento dicono “in fondo in fondo se l’è cercata?” È questo il giornalismo che pur di continuare a sostenere le operazioni autoritarie del governo, sotto forma di decreti legge, accusa la magistratura di essere succube delle centinaia di esperti di giurisprudenza che quei decreti hanno posto sotto la lente d’ingrandimento del dettato costituzionale? E tutto questo lagnarsi ed accusare non ha come obiettivo finale il tentativo di trasformare la Carta Costituzionale in una sorta di volantino di idealità irrealizzabili, non applicabili in nome della “governabilità”? E non è questa stessa la strada che viene seguita per tentare di delegittimare tante sentenze, come quelle sulla strage di Bologna o del Dc9 abbattuto su Ustica?
Giornalismo? Ma per carità!
È per questa ragione che anch’io che 23 anni fa, seguendo la passione trascinante di Beppe Giulietti presi parte alla fondazione di Articolo 21, oggi più che “medagliato” per le false accuse contenute in quel miserabile scritto, mi sento preoccupato. Per questo invito FNSI e Ordine dei Giornalisti ad avviare una riflessione approfondita sul futuro di una professione che è uno dei baluardi fondamentali della democrazia. Svuotarla per farla diventare solo strumento di propaganda e di veline rischia di diventare un danno mortale per tutte le altre nostre libertà.
.
Articolo di Ottavio Olita dalla redazione di
2 Luglio 2025