Ucraina: superata un’altra linea rossa

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Tiziana Ferrario da ARTICOLO VENTUNO –

Ucraina: superata un’altra linea rossa

Si torna alle mine antiuomo, micidiali ordigni che vengono nascosti nel terreno per fermare il nemico, ma che continuano a colpire i civili, soprattutto i bambini che giocano nei campi, anche nei decenni successivi alla fine delle guerre.

L’uso era stato abolito con la Convenzione di Ottawa nel 1997, alla quale le grandi potenze non avevano aderito. L’Italia, grande produttrice di mine antiuomo, ne aveva sospeso la fabbricazione e le aveva messe al bando. Con un decreto di Zelensky, l’Ucraina ha deciso di uscire dalla Convenzione di Ottawa e introdurre di nuovo l’uso delle mine antiuomo nei territori che controlla, senza neanche un passaggio parlamentare. Del resto, in Ucraina è in vigore la legge marziale, con tutte le limitazioni dei diritti che comporta. La Russia, è la spiegazione, usa mine antiuomo, quindi lo faremo anche noi.

Una nuova linea rossa viene superata nel tragico conflitto Russia-Ucraina, che non si riesce a chiudere. Già Finlandia, Lettonia, Lituania, Estonia e Polonia hanno avviato le procedure per uscire dalla Convenzione di Ottawa. Sono 36 gli Stati che non vi aderiscono. Torneremo a un’Europa dai confini minati e, in caso di conflitto, all’uso sconsiderato delle mine antiuomo, contro le quali si era battuta con successo Lady D. Vi ricordate la sua campagna contro le mine? Le sue foto in Angola avevano fatto il giro del mondo e avevano sensibilizzato il mondo sulle conseguenze di questi ordigni micidiali.

In Afghanistan ho visto bambini che avevano perso piedi e gambe saltando sulle mine nascoste nei cortili delle loro case; ex soldati amputati rimessi in piedi grazie alle protesi di Alberto Cairo, il medico italiano che ha aiutato migliaia di afghani a ritrovare una dignità, rialzandoli dai marciapiedi dove erano finiti a strisciare chiedendo l’elemosina. Nel Libano del Sud i nostri soldati hanno passato anni a liberare gli agrumeti dalle bombe a grappolo, anch’esse proibite nelle zone civili, e dalle mine nascoste nelle zolle durante la guerra con Israele.

Tornare alle mine antiuomo è riportare l’umanità indietro, verso la barbarie, perché a pagarne il prezzo sono stati, sono e saranno sempre i civili. È uno strano tempo. Assistiamo a guerre supertecnologiche con missili sempre più sofisticati, bombe sempre più potenti, sciami di droni teleguidati da terra sopra obiettivi distanti centinaia di chilometri, cyberattacchi, ma lo scenario è medioevale, con ancora le trincee in Ucraina e l’assedio per fame a Gaza. Il baratro dell’umanità. La fine della civiltà.

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Articolo di Tiziana Ferrario da

30 Giugno 2025