DA REDAZIONE
Fabrizio Feo da ARTICOLO VENTUNO –
Tinebra, La Barbera e la borsa di Paolo Borsellino
Non sembrano destinate a finire le sorprese -vere e proprie stranezze- che emergono dalla ricerca di tracce che possano consentire il ritrovamento dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, il prezioso diario in cui il magistrato annotava ogni elemento, ogni pensiero che riteneva potesse essere utile per comprendere la verità su moventi e mandanti della strage in cui erano stati uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta.
La Procura di Caltanissetta ha reso noto di aver acquisito agli atti -nell’ambito delle indagini sulla sparizione dell’agenda rossa e sul depistaggio dell’inchiesta per la strage di via d’Amelio- un appunto datato 20 luglio 1992, firmato da Arnaldo La Barbera, il poliziotto a capo della squadra di investigatori che si occupava delle stragi.
Nell’appunto, rinvenuto negli archivi della Squadra Mobile di Palermo si legge: “In data odierna, alle 12, viene consegnato al dr. Tinebra, uno scatolo in cartone contenente una borsa in pelle ed una agenda appartenenti al Giudice Borsellino”.
Il dottor Giovanni Tinebra (scomparso 8 anni fa) citato nell’appunto, nel 1992 era il procuratore della repubblica di Caltanissetta e coordinava le inchieste sulle stragi. Ma quali sono le anomalie dell’appunto rinvenuto negli archivi della Squadra Mobile di Palermo?
Il documento -spiegano i magistrati- “è privo di qualsiasi sottoscrizione per ricevuta di quanto indicato firmata dal procuratore Tinebra”. C’e da aggiungere, poi, che, in 33 anni, nel corso delle indagini per la strage di via D’Amelio, quell’appunto non era mai stato trasmesso ufficialmente alla procura di Caltanissetta. E non basta: “Il dottor La Barbera nelle occasioni in cui era stato ascoltato, non aveva mai parlato di quella circostanza”.
Le indagini svolte dalla Procura su questa vicenda non hanno consentito di verificare se la scatola di cartone fosse stato effettivamente consegnato al procuratore Tinebra, né se l’agenda di cui si parla nel documento ritrovato nell’archivio della squadra mobile di Palermo fosse l’agenda rossa o piuttosto un’altra agenda, di colore grigio, che pure Paolo Borsellino portava con sé e che non era però importante quanto l’altra.
Nel comunicato diramato oggi dalla procura di Caltanissetta si spiega che la borsa del magistrato assassinato con gli agenti della scorta in via d’Amelio sarebbe stata nelle mani di La Barbera già la sera stessa della strage il 19 luglio e sarebbe stata consegnata al procuratore Tinebra nella tarda mattinata del 20 luglio 1992.
La Barbera -è detto nella nota- “avrebbe avuto tutto il tempo di prelevare o fare copia dell’agenda”.
Ma la vicenda dell’appunto ritrovato non è l’unico dato significativo contenuto nella nota diramata oggi dalla Procura di Caltanissetta.
Nel corso delle perquisizioni disposte dai magistrati e affidate ai carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri di Caltanissetta sono stati controllati tre immobili frequentati dall’ex Procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Giovanni Tinebra.
Secondo la procura di Caltanissetta dall’analisi delle dichiarazioni rese nel corso degli anni da alcuni collaboratori di giustizia e dalla rilettura degli atti di procedimenti penali di vari distretti giudiziari, sono stati acquisiti elementi e concreti indizi riguardo la presenza di una loggia massonica coperta nella città di Nicosia.
Di quella loggia avrebbe fatto parte anche lo stesso ex procuratore Tinebra che era stato in servizio proprio presso la Procura della Repubblica di Nicosia ininterrottamente dal 1969 al 1992, quando poi aveva ottenuto il trasferimento a Caltanissetta.
Articolo di Fabrizio Feo (Da Libera Informazione)
Dalla redazione di
26 Giugno 2025