DI ALFREDO FACCHINI
La pace è fuori budget
Nel 2024, l’umanità ha speso 2.718 miliardi di dollari per armarsi. Una cifra spaventosa. Missili, droni, sottomarini, carri armati, satelliti killer. Ogni secondo: 86.200 dollari bruciati in arsenali. Non in ospedali. Non in scuole. È l’aumento più alto dalla fine della Guerra Fredda. Dieci anni di crescita ininterrotta. Il riarmo globale corre più veloce di qualsiasi emergenza sociale.
Chi guida la corsa?
Stati Uniti in testa con 997 miliardi, ovviamente. Seguono: Cina (314), Russia (149), Germania (88,5), India (86,1). L’Europa accelera più di tutti: +17% in un solo anno. La Germania cresce del 28%, la Polonia arriva al 4,2% del Pil. Tedeschi e francesi parlano apertamente di “economia di guerra”. Tutti allineati, tutti armati. Nessuno escluso. Le balle? La Russia alle porte, l’esercito comune, la minaccia islamica.
L’Italia è 14ª al mondo per spesa militare: 33,4 miliardi di euro nel 2024, pari all’1,6% del Pil
Ma l’obiettivo vero per il governo della ducetta – il più servile della storia italiana – è il 5% entro il 2035. Secondo l’Osservatorio Mil€x, questo significa 145 miliardi di euro l’anno. Vuol dire triplicare i fondi per la guerra, mentre gli asili chiudono e i treni pendolari cadono a pezzi. Una follia finanziaria. L’ultima Legge di Bilancio valeva 30 miliardi. Il riarmo ne chiede di più. Molto di più.
Portare la spesa militare al 5% costerà 40 miliardi in più ogni anno. 400 miliardi in dieci anni. Chi li tirerà fuori? Tu. Noi. Tutti.
Ogni italiano dovrà versare 650 euro in più all’anno
Una famiglia di quattro persone ne pagherà 2.600. Se non saranno nuove tasse, saranno nuovi tagli.
Chi ci guadagna?
Leonardo, Fincantieri, Iveco Defence.
Chi ci perde?
Studenti, infermieri, lavoratori precari. Ma il governo ha scelto: quei fondi andranno in missili, radar, navi militari.
Il riarmo è la nuova politica industriale. Si fabbrica a Torino, a La Spezia, in Campania. Si esporta ovunque. Anche dove non si dovrebbe. Israele. E chi alza la voce viene zittito, isolato, delegittimato.
Leonardo, nel 2023, ha fatturato 15,3 miliardi, l’80% dal settore difesa. Lo Stato è azionista, ma non decide nulla. I piani li fanno i manager, i dividendi vanno agli investitori. Più guerra, più utile.
Contro questa economia di guerra serve più disobbedienza civile
Serve che la società si organizzi dal basso. Comitati, sindacati, collettivi, associazioni, reti. Serve esserci: in piazza, nei quartieri, nelle scuole, nei luoghi di lavoro.
Il riarmo è una scelta politica. E ogni scelta può essere rifiutata. Facciamolo adesso. Prima che sia troppo tardi.
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Alfredo Facchini