DI GIANCARLO SELMI
Anche la Senatrice Liliana Segre dice basta a Israele
Anche la Segre si è unita, finalmente, al coro di chi giudica criminale la politica genocidaria di Netanyahu e del suo governo.
Lo ha detto chiaramente, senza infingimenti, senza ipocrisie. Verrà giudicata anche lei antisemita? Verrà messa alla gogna un monumento della Shoah? Una frequentatrice, suo malgrado, di campi di concentramento con un numero tatuato su un braccio?
Attaccheranno anche lei, la Senatrice?
Verrà attaccata in maniera rivoltante com’è avvenuto con i gestori di un ristorante, colpevoli solo di aver dichiarato la loro avversione allo sterminio scientifico, sistematico e organizzato di un popolo? Forse no. O forse tutta quella gentaglia che, in rete e altrove, sta riempiendo d’insulti chiunque osi dichiarare la propria umana pietà per gli oltre 53.000 civili e gli oltre 23.000 bambini vittime dell’odio razziale, troverà il modo per offendere anche lei.
Restano in due, isolati e contenti (?)
Rimangono Parenzo e Meloni contenti di abbracciare un criminale. Per loro un messaggio di speranza. Un messaggio indirizzato al karma con l’incitamento che, per i due citati personaggi, riprenda a funzionare perfettamente.
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Giancarlo Selmi