DI MARIO PIAZZA
Dal 1976, l’anno del fallito sorpasso sulla DC, non ho mai più votato PCI né l’avevo mai fatto prima. Delle sue degenerazioni successive nemmeno a parlarne, avrei volentieri spedito in Siberia tutti i suoi segretari a parte Bersani che a “rieducarsi” ci ha pensato da solo.
Poi è arrivata la candidatura di Elly Schlein e mi sono precipitato al gazebo per sostenerla, pensavo e continuo a pensare che Elly sia la prima cosa buona capitata a quel partito politico dopo quasi 50 anni. Le cocenti quanto prevedibili delusioni non sono mancate, prima tra tutte l’allineamento miagolante al peggior atlantismo dai tempi della guerra fredda, ma è anche vero che se mai avesse avuto voglia di ruggire il PD sarebbe andato in pezzi in pochi giorni.
Mentre i lanzichenecchi della politica, di destra e di sinistra, si procuravano orgasmi passeggeri parlando di armocromisti, di tripli passaporti e di altre cazzatelle che persino Del Debbio utilizzava con qualche imbarazzo, la Schlein ha lavorato con pazienza certosina per spingere il PD verso quel minimo di decenza che ha fatto astenere 11 su 21 degli eurodeputati sulla porcata del secolo, i 900 miliardi di crediti che Ursula vorrebbe regalare a Trump.
Purtroppo nel PD anche la semplice decenza è diventata un atto rivoluzionario, talmente sovversivo da risvegliare tutti gli zombie che ci eravamo illusi di aver messo in naftalina. Il loro morso è fatale e stanno girando indisturbati negli studi televisivi tra i salamelecchi di chi ha già capito che alla fine vinceranno loro.
Il destino di Elly Schlein è segnato, spero se ne sia accorta e abbia capito che spaccare in due il PD è l’ultima cosa utile che le resta da fare.
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Mario Piazza