«Ucraina porcospino d’acciaio» d’Europa e occidente caos

DI ENNIO REMONDINO

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Vertice di Londra, Von der Leyen generalessa lancia il grande riarmo europeo: «Dobbiamo trasformare l’Ucraina in un porcospino d’acciaio indigesto per i potenziali invasori», è stata la frase ad effetto pronunciata dalla presidente della Commissione, che giovedì presenterà a Bruxelles il suo Piano per rendere l’Ue anche una Unione militare su cui litigare e rischiare di rompersi. «Una ‘coalizione di volenterosi’ per garantire la pace in Ucraina e rafforzare l’esercito di Kiev, e il riarmo dei Paesi dell’Ue per fronteggiare gli altri eventuali attacchi della Russia».

Ucraina “porcospino d’acciai” contro chi?

Tanti leader europei, troppi a parlare, pochi con qualcosa da dire. O meglio, a dire tutto e il contrario di tutto a uso politico soprattutto di casa. Starmer: ‘un piano per una pace giusta, gli Usa indispensabili’ (l’acqua troppa calda brucia). Meloni: non dividere l’Occidente (Trump amico mio). Zelensky ricevuto da Carlo III prima del summit (lezione di buona educazione alla Casa Bianca). Von der Leyen: ‘La via per la pace è la forza’ (e l’infelice trovata del ‘porcospino d’acciaio’ su cui pungerci). Lavrov respinge l’arroganza di Starmer e Macron’, che aspettano solo un invito alla trattativa che presto decideranno Trump e Putin tra loro.

Starmer, pace giusta, Usa indispensabili

Il premier britannico Keir Starmer ha evocato un piano per “una pace duratura e giusta” per l’Ucraina, indicando gli Usa come partner “indispensabile” e dicendosi “d’accordo con Donald Trump sull’obiettivo di far finire la guerra”. Tutto e il contrario di tutto. Contro un pace cattiva e per finta, con Trump e Zelensky avevano fatto finta di litigare insultandosi? Ma intanto salviamo il mondo con ben quattro impegni europei decisivi: 1, sostenere militarmente Kiev (come e più degli Usa); 2, mantenere ‘le pressioni economiche’ su Mosca comprando gas e petrolio a prezzi esorbitanti per far loro dispetto; 3, preparare una “coalizione di volenterosi” da schierare in Ucraina che Mosca certamente accetterà applaudendo. Il quarto ‘caposaldo’ è sfuggito alla cronaca convulsa della agenzia stampa stufe di ripetere cose inutili, salvo non sia l’appello alla tutela ‘della sicurezza e della sovranità ucraina, e di deterrenza verso la Russia’, tanto generico da non meritare numero.

Strategia da quattro soldi

Starmer ha annunciato un nuovo accordo per consentire all’Ucraina di utilizzare 1,6 miliardi di sterline (circa 2 miliardi di euro) in finanziamenti per acquistare 5.000 missili per la difesa aerea. Il primo ministro poi prova a spiegare ai giornalisti che quei missili a caro prezzo, “saranno vitali per proteggere le infrastrutture critiche e rafforzare l’Ucraina”. Tutti strateghi in mimetica doppiopetto.

Von der Leyen: “Dobbiamo riarmare l’Europa”

“Dobbiamo riarmare urgentemente l’Europa”, oltre l’infelice trovata del  ‘porcospino d’acciaio’. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, anche a Londra si ripete. “Dobbiamo davvero intensificare in modo massicci  la produzione militare e gli investimenti”, ha sottolineato, ribadendo l’intenzione di proporre un piano al Consiglio europeo straordinario in programma il 6 marzo a Bruxelles. Le linea della trincea baltica con molti problemi al centro e nel sud dell’Unione, ma la Commissaria per il momento fa finta di non saperlo. Forse sapendo o sperando che l’accordo Trump-Putin vada in porto prima di certe astiosità di eredità antisovietica.

Meloni: ‘Zelensky-Trump? Tifoserie inutili’

La premier italiana, in gravi difficoltà di ‘schieramento’ se la cava con la dialettica. Lei, amica aperta di Trump, depreca le tifoserie altrui per nascondere la sua, e invita ad ‘andare avanti’ senza dire dove e a fare cosa.  E al ‘punto stampa’ nella residenza dell’ambasciatore italiano, al termine del vertice, a proposito dell’incontro alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. «Bisogna guardare alla politica estera con più profondità forse». Bella frase del tutto e niente, col finale che forse spiega qualcosa di più: «Dobbiamo essere bravi in questa fase a non dividere l’Occidente perché sarebbe esiziale per tutti». Litigare troppo con quell’esuberante di Trump sarebbe un grosso guaio, la nostra libera traduzione. Zelensky educato, comunque abbraccia e ringrazia la gentildonna.

Dagli Usa sparano le seconde linee

Lo speaker della Camera Usa Mike Johnson ha suggerito, in un’intervista alla Nbc news, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky debba dimettersi se non firma l’accordo sui minerali rari e se non accetta di porre fine alla guerra. “Qualcosa deve cambiare. Deve tornare in sé e presentarsi al tavolo dei negoziati in segno di gratitudine, oppure qualcun altro deve guidare il Paese al suo posto”, ha detto il repubblicano che, tuttavia, ha definito la guerra in Ucraina ‘ingiusta’, e Vladimir Putin “una persona pericolosa”. Mentre, all’indomani dello scontro con Zelensky nello Studio Ovale e nel giorno del vertice di Londra la Casa Bianca insiste che “sarà l’Europa ad occuparsi della sicurezza in Ucraina”, dopo l’accordo. Col tono di uno scaricabarile doppio, più che di una concessione.

Lavrov: il buono, il cattivo, gli sciocchi

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov: “Donald Trump è una persona pratica. Il suo slogan è il buonsenso. Significa, e tutti lo vedono, una transizione verso un modo diverso di fare business… Questo conferisce alla politica un carattere vivace e umano. Ecco perché è interessante”, ha detto in una intervista a Krasnaya Zvezda ripresa dalla Tass.
Al contrario, particolarmente duro su Zelensky, “partito con slogan di pace, esortando a non abbandonare la lingua russa, ‘nostra cultura comune’, e in sei mesi trasformato in un nazista puro e in un traditore del popolo ebraico”.
E infine l’ipotesi di forze di peacekeeping europee in Ucraina. “Il presidente Macron sta correndo in giro con alcune idee, così come Starmer. Dicono che stanno preparando l’invio di migliaia di peacekeeper e che forniranno loro copertura aerea. Anche questo è arrogante. Questo piano – ha aggiunto – incita Kiev alla guerra contro di noi”.

Fronte interno europeo (e italiano)

“Sul passo successivo al vertice di Londra, il Consiglio Ue straordinario del 6 marzo, già è calata l’ombra di Orbán che chiede a Bruxelles di rinunciare a conclusioni scritte aprendo piuttosto canali diretti con Mosca e Putin. E non sarà probabilmente solo. Lo pensa anche il vicepremier Salvini in Italia, che ieri non solo ha continuato a inneggiare a Trump, ma anche fatto contestare dalla Lega la posizione «prudente» e più europeista da Forza Italia. Quanto possa reggere l’equilibrio nella maggioranza sulla politica estera, è difficile da dire.”

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Articolo di Ennio Remondino dalla redazione di

3 Marzo 2025