DI NICOLA FRATOIANNI
È finito il vertice di Parigi sulla vicenda Ucraina e non sappiamo quale posizione abbia portato Giorgia Meloni.
È difficile dirlo visto che non esiste la posizione italiana, ma diverse articolazioni. Da un lato Forza Italia, sempre con le armi in pugno ma europeisti, dall’altro i leghisti,
Che fanno sapere di pensarla all’opposto perché Trump ‘è una opportunità, non un problema per l’Europa’.
Questa non è una maggioranza, è un campo di battaglia e in mezzo c’è Giorgia Meloni, che fin qui è scappata, disertando il vertice di Parigi sull’intelligenza artificiale e quello di Monaco della NATO. Ma oggi è dovuta andare senza farci conoscere prima la sua posizione. Ebbene sappia che deve venire in parlamento ad illustrarla, come ho chiesto oggi in aula, perché la situazione è grave e non basta un po’ propaganda nelle conferenze stampa o sui social.
Non basta perché tre anni fa allo scoppio della guerra spiegammo subito nei nostri interventi che in tanti stavano ammazzando l’europeismo per dare nuova linfa ad un atlantismo cieco che ci avrebbe fatto solo danni.
Giorgia Meloni era tra questi. Ha schierato l’Italia dalla parte della via militare di chi diceva ‘avanti fino alla vittoria contro la Russia’ dimenticando di esercitare un ruolo nella diplomazia mentre morivano centinaia di migliaia di persone e gli europei pagavano un prezzo economico altissimo.
Oggi che c’è Trump e il vento gira anche la banderuola di Meloni, che ancora una volta dimentica gli interessi di casa sua, cioè dell’Europa.
Così non va. Sì sono vantati per due anni dell’autorevolezza di Meloni all’estero, ma la verità è che Meloni non sa che pesci pigliare, si nasconde e cerca solo un nuovo capo cui dare ragione