La Palestina senza palestinesi

DA REDAZIONE

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Tiziana Ferrario da ARTICOLO VENTUNO –

Trump ha un sogno, ma rischia di avere un brusco risveglio. Ha sognato, ispirato da quegli altri sognatori di Smootrich e Ben Gvir, una striscia di Gaza tutta israeliana senza più neanche un palestinese. “Prendeteveli voi questi due milioni di disperati” che da quasi 80 anni aspettano uno stato e da 15 mesi si spostano come palline impazzite cercando disperatamente di schivare le bombe di Israele dentro quel fazzoletto di terra che è la striscia. Non sono stati risparmiati neanche gli ospedali con la scusa che sarebbero usati da Hamas come nascondigli. Oltre 47 mila rifugiati non sono riusciti ad evitare le bombe e sono stati uccisi, tra loro migliaia di bambini, potenziali futuri terroristi di Hamas secondo quelli che ormai vivono solo di odio e non riescono più a vedere come una persona un abitante di Gaza.
Da grande immobiliarista quale è, a Trump saranno brillati gli occhi, davanti alle immagini di Gaza tutta macerie bordo mare. Deve aver pensato che tra tutti quei cadaveri e quella polvere non si può vivere, soprattutto mentre si ricostruiscono nuovi centri abitati sulle sponde del Mediterraneo, non certo per i palestinesi.
E allora ecco la sparata di ieri per vedere l’effetto che fa: mandiamoli via da casa loro e la Striscia diventerà un bel posto sul mare magari con delle belle Trump Tower. È anche il sogno di alcuni suoi amici a Tel Aviv. E così ha chiamato altri suoi amici, il re di Giordania e il presidente dell’Egitto Al Sisi proponendogli di accollarsi quel pezzo del malandato ma fiero popolo palestinese, perché all’altro pezzo in Cisgiordania ci sta pensando l’altro suo amico Netanyahu.
Sommessamente e con educazione RE Abdallah e Al Sisi hanno declinato il bell’invito. La Giordania ha già 2 milioni e mezzo di palestinesi compresa la Regina Rania, l’Egitto avrebbe anche posto nell’inospitale Sinai, ma non vuole guai. Chissà se l’ideona di Trump, che nuova non è, ha entusiasmato il principe saudita Mohamed bin Salman -MBS per gli intimi- che ha promesso 600 miliardi di investimenti negli Usa ma vuole uno stato palestinese per stabilizzare il Medio Oriente.
Dobbiamo capirlo, Trump è in carica da solo una settimana e ha fretta di mantenere le promesse: deve chiudere 2 guerre, i suoi metodi sono spicci e si è scelto collaboratori fedeli in linea con i suoi valori e i suoi comportamenti. Cambia nomi di mari e monti, minaccia dazi, vuole terre di altri stati, non può permettersi di arretrare.
Il mondo osserva con il fiato sospeso attendendo la prossima mossa, ogni volta sorprendente.
Gli piacciono alcuni presidenti del passato ci ha detto, tipo Mc Kinley che amava i dazi. Vada allora a rivedersi il discorso del presidente Wilson al termine della prima guerra mondiale. I suoi 14 punti su come si mantiene la pace potrebbero essere di ispirazione e fargli capire che la dissoluzione di un popolo è impossibile perché i popoli risorgono. Ce lo insegna la storia. Faccia leggere, quei 14 punti, anche a quegli esponenti messianici dell’estrema destra israeliana Smootrich e Ben Gvir assetati di odio e sangue esponenti di un altro popolo che da 2000 anni appunto si sente perseguitato.
Qui sotto trovate i quattordici punti di Wilson per la pace. Naturalmente, poiché i 14 punti rimasero in parte lettera morta, dopo qualche anno scoppiò la seconda guerra mondiale
> Pubblici trattati di pace, stabiliti pubblicamente e dopo i quali non vi siano più intese internazionali particolari di alcun genere, ma solo una diplomazia che proceda sempre francamente e in piena pubblicità.
> Assoluta libertà di navigazione per mare, fuori delle acque territoriali, così in pace come in guerra, eccetto i casi nei quali i mari saranno chiusi in tutto o in parte da un’azione internazionale, diretta ad imporre il rispetto delle convenzioni internazionali.
> Soppressione, per quanto è possibile, di tutte le barriere economiche ed eguaglianza di trattamento in materia commerciale per tutte le nazioni che consentano alla pace, e si associno per mantenerla.
> Scambio di efficaci garanzie che gli armamenti dei singoli stati saranno ridotti al minimo compatibile con la sicurezza interna.
> Regolamento liberamente dibattuto con spirito largo e assolutamente imparziale di tutte le rivendicazioni coloniali, fondato sulla stretta osservanza del principio che nel risolvere il problema della sovranità gli interessi delle popolazioni in causa abbiano lo stesso peso delle ragionevoli richieste dei governi, i cui titoli debbono essere stabiliti.
>  Evacuazione di tutti i territori russi e regolamento di tutte le questioni che riguardano la Russia senza ostacoli e senza imbarazzo per la determinazione indipendente del suo sviluppo politico e sociale e assicurarle amicizia, qualsiasi forma di governo essa abbia scelto. Il trattamento accordato alla Russia dalle nazioni sorelle nel corso dei prossimi mesi sarà anche la pietra di paragone della buona volontà, della comprensione dei bisogni della Russia, astrazione fatta dai propri interessi, la prova della loro simpatia intelligente e generosa.
> Il Belgio – e tutto il mondo sarà di una sola opinione su questo punto – dovrà essere evacuato e restaurato, senza alcun tentativo per limitarne l’indipendenza di cui gode al pari delle altre nazioni libere.
> Il territorio della Francia dovrà essere completamente liberato e le parti invase restaurate. Il torto fatto alla Francia dalla Prussia nel 1871, a proposito dell’Alsazia–Lorena, che ha compromesso la pace del mondo per quasi 50 anni, deve essere riparato affinché la pace… possa essere assicurata di nuovo nell’interesse di tutti.
> Una rettifica delle frontiere italiane dovrà essere fatta secondo le linee di demarcazione chiaramente riconoscibili tra le nazionalità.
> Ai popoli dell’Austria–Ungheria, alla quale noi desideriamo di assicurare un posto tra le nazioni, deve essere accordata la più ampia possibilità per il loro sviluppo autonomo.
> La Romania, la Serbia e il Montenegro dovranno essere evacuati, i territori occupati dovranno essere restaurati; alla Serbia sarà accordato un libero e sicuro accesso al mare, e le relazioni specifiche di alcuni stati balcanici dovranno essere stabilite da un amichevole scambio di vedute, tenendo conto delle somiglianze e delle differenze di nazionalità che la storia ha creato, e dovranno essere fissate garanzie internazionali dell’indipendenza politica ed economica e dell’integrità territoriale di alcuni stati balcanici.
> Alle regioni turche dell’attuale impero ottomano dovrà essere assicurata una sovranità non contestata, ma alle altre nazionalità, che ora sono sotto il giogo turco, si dovranno garantire un’assoluta sicurezza d’esistenza e la piena possibilità di uno sviluppo autonomo e senza ostacoli. I Dardanelli dovranno rimanere aperti al libero passaggio delle navi mercantili di tutte le nazioni sotto la protezione di garanzie internazionali.
> Dovrà essere creato uno stato indipendente polacco, che si estenderà sui territori abitati da popolazioni indiscutibilmente polacche; gli dovrà essere assicurato un libero e indipendente accesso al mare, e la sua indipendenza politica ed economica, la sua integrità dovranno essere garantite da convenzioni internazionali.
> Dovrà essere creata un’associazione delle nazioni, in virtù di convenzioni formali, allo scopo di promuovere a tutti gli stati, grandi e piccoli indistintamente, mutue garanzie d’indipendenza e di integrità territoriale.

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Articolo di Tiziana Ferrario da

27 Gennaio 2025