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DI PAOLO DI MIZIO
LE LETTERE – Rubrica di Paolo Di Mizio dal giornale LA NOTIZIA –
In Georgia le opposizioni filo occidentali scendono in piazza e gridano ai brogli per la vittoria elettorale del partito al governo, filorusso. Ho la sensazione che dietro le proteste ci sia una manina americana.
Vito Moggia
via email
Gentile lettore,
la sua sensazione è vastamente condivisa. Da tempo l’America va fomentando le piazze in Georgia come in Armenia per separarle dalla Russia, il loro storico alleato. Qui forse, oltre la mano americana, c’è anche quella di Parigi, visto che a sostenere le proteste di piazza a Tbilisi è la anomala presidente Salomè Zourabichvili: anomala perché è francese, laureata in Usa e approdata in Georgia come ambasciatrice di Parigi. La 72enne Salomè, a un mese dalla scadenza del suo mandato, accampa presunti brogli di cui nessuno possiede mezza prova.
Neanche a dirlo, i giornali occidentali soffiano sul fuoco. È la regola: se vincono i nostri amici, è tutto bello e democratico; se vincono gli altri, è un furto. E magari gli Usa organizzano un’allegra “rivoluzione colorata”, sistema già rodato in Ucraina e altrove.
Prima di parlare di brogli bisognerebbe studiare qualche dato. Con il partito al governo, Sogno georgiano, nel triennio 2021-23 il Pil è cresciuto del 9,7% e per il 2024 si prevede un +10%. Come sorprendersi dunque che i georgiani abbiano premiato il governo uscente col 53,9% contro il 37,7 dell’opposizione? Viene spontaneo ricordare la frase di Nelson Mandela, l’eroe sudafricano che lottò tutta la vita contro l’apartheid: “Se in un paese pacifico scoppia una guerra civile, puoi star sicuro che in quel paese è passato un americano”.
Funziona quasi sempre così.
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Dalla redazione del giornale
29 Novembre 2024