Fenomenologia fascista

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Sotto la parola “fascista” possiamo mettere individui tra loro diversissimi non solo per cultura, censo e aspetto ma anche politicamente confusi e socialmente incoerenti.
Per capire quale sia il denominatore comune che li unisce non si può fare a meno di sconfinare nella psicologia e spesso nella psichiatria, si tratta di una tara mentale talmente evidente da non richiedere uno specialista.
A differenza delle persone normali il fascista non è in grado di portare a termine un confronto, prima che la sua povertà intellettuale di cui è intimamente consapevole lo faccia soccombere mette fine alla propria condizione di inferiorità con un’aggressione improvvisa.
Aggressioni fisiche, come Roberto Spada che da una testata al giornalista, come il sindaco Stefano Bandecchi che viene trattenuto dai suoi stessi vigili, come Federico Mollicone e altri camerati che prendono a pugni e calci il cinquestelle Donno alla Camera.
Aggressioni verbali, come le mostruosità che Meloni, Salvini, Valditara, Nordio, Delmastro, Piantedosi e altri vanno sciorinando in questi giorni.
In entrambi i casi scatta lo stesso meccanismo. Il soggetto in questione si astrae dalla realtà che lo circonda, mette tra parentesi qualsiasi fatto o numero che possa dargli torto e comincia a picchiare come un fabbro per sottrarsi a un confronto che non è in grado di sostenere.
Roba da studio medico, e invece governano il Paese.
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Mario Piazza