La retorica fallimentare del meno peggio

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

E’ SORPRENDENTE, la retorica del meno peggio affligge perfino Antonio Padellaro: “Se cade la Meloni è il momento dei Vannacci”.
Il fondatore del Fatto Quotidiano tiene a sottolineare che lo sostiene da analista e non da tifoso: “Tutto sommato quella della Meloni non è una dx estremista”.
Attualmente il paese vive il conflitto tra poteri peggiore dai tempi di Silvio Berlusconi e i magistrati sono definiti letteralmente comunisti poiché applicano il diritto europeo contro le deportazioni di migranti in Albania. Un chiaro esempio di destra moderata che vuole sottomettere i magistrati.
A Bologna arrivano le “camicie nere” di Casa Pound e dettano ordini alle forze dell’ordine come mostrato dal Corriere. La manifestazione dei “patrioti” a pochi passi dalla stazione di Bologna non era nei piani di prefetto, vicequestore e rappresentanti delle forze dell’ordine- afferma il sindaco di Bologna che poi aggiunge: “Evidentemente qualcuno ha chiamato da Roma e le cose sono cambiate” . Altro esempio di Dx moderata che applaude l’estremismo dei fascisti di Casa Pound per non parlare di nazifascistelli in erba nella bella Gioventù Nazionale. E sono solo due esempi perché ci sarebbe tanto da aggiungere ma non c’è spazio né tempo.
Insomma Padellaro in accordo con Mieli pensa che la madre cristiana, o donna del ventennio ristrutturata, sia l’argine all’estremismo e con mio grande stupore si rassegna al meno peggio, alla premier che agita la calcolatrice e con voce altisonante ordina ai numeri di deviare dalle regole della matematica per seguire la fiamma di FdI.
Padellaro si rassegna alla premier che nel vaniloquio di aver raggiunto risultati del tutto smentiti dai fatti precipita governo e paese nel grottesco.
Bisogna dunque chinarsi alla Meloni per la minaccia di Vannacci? In un momento che dovrebbe infiammarci per i pasticci politici che la retorica mediatica spaccia come prodotti di una fuoriclasse, ex rivoluzionari dell’Unità propongono la cosiddetta “responsabilità”, che in politichese significa ingoiare la me*da e finanche suicidarsi. Non è affatto segnale di responsabilità rassegnarsi alla Meloni sfigata e accompagnata suo malgrado da una classe dirigente, come se non l’avesse scelta da sé, occupata a divellere l’egemonia culturale della Sx, ed esporre frattaglie ideologiche col reclutamento dei cervelli superiori di Sechi, Bocchino, Giuli e Specchia.
“Caro Padellaro, con rispetto questa Dx proterva, antiabortista, cattolica meccanica, retriva, discriminante, complottista, negazionista climatica a tutti i costi, definita da lei addirittura moderata, è impegnata in una campagna militare di conquista finalizzata a decomporre gli equilibri tra poteri repubblicani. Accettarla perché la Sinistra è scompaginata, inconcludente e contraddittoria fino all’insopportabile non è nelle corde di chi sogna un paese governato sulla base dei precetti costituzionali.
Questa destra dell’Italia sempre più disuguale va abbattuta senza indugi per limiti conclamati della capacità di governo. E dispensare dubbi consigli dalle redazioni o dai salotti mediatici mentre il paese marcisce nel pantano del sottosviluppo meridionale contro l’affanno settentrionale non è il meglio che si possa proporre. In luogo dell’innovazione politica e culturale il governicchio dei melones concede mance alle varie corporazioni a rimorchio, non la crescita necessaria al Paese dopo il trentennio di stagnazione. Non ci si rassegna alla Dx attorcigliata nel filo spinato dell’inaccettabile post berlusconismo garantista di cialtroni. E se oltre la siepe ci sono sparuti Vannacci ad aspettarli siamo milioni di Italiani che il buon giornalismo non dovrebbe mai sottovalutare troppo.”
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Gioacchino Musumeci