Viva Fidel!

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Sarà forse per quel 50% di sangue padano che mi scorre nelle vene ma a me l’idea del leghista Giorgetti di ricalcolare il reddito catastale delle abitazioni che hanno usufruito dei bonus statali sembra assolutamente ragionevole. Se il valore catastale di una casa può diminuire quando il proprietario la lascia volontariamente in stato di abbandono, perché mai non dovrebbe aumentare se il suo valore è stato incrementato e per di più a spese della collettività? Semplice logica, ma la logica va in pezzi quando la politica invece di perseguire ciò che è utile e giusto mette il consenso elettorale prima di ogni altra cosa e si sa, nulla è più impopolare delle tasse.
Non abbiamo una persona seria a capo del governo, oggi meno che mai ma la planata verso la mancanza di serietà è cominciata trent’anni fa col primo governo Berlusconi.
Era il 1994 e per pura coincidenza in quell’anno mi trovavo a Cuba, una Cuba devastata economicamente ma non politicamente dal crollo dell’Unione Sovietica, e Fidel Castro apparve in televisione per illustrare ai Cubani la situazione. Per prima cosa ammise l’errore strategico che aveva affidato alla monocoltura della canna da zucchero l’economia del Paese. Avrebbe potuto facilmente incolpare della crisi l’embargo americano ma non lo fece e si assunse pubblicamente le proprie responsabilità. Subito dopo annunciò al paese che dal giorno successivo sarebbe iniziata una supertassazione dei tabacchi, disse a quanto sarebbe ammontata, disse quale gettito avrebbe prodotto e disse come quel gettito sarebbe stato impiegato, ma soprattutto disse la data esatta in cui la supertassazione sarebbe terminata.
Il giorno successivo, caracollando tra il Malecon e la Bodeguita del Medio e tra il Morro e la Floridita, mi sarei aspettato un’ondata di mugugni e invece no, tutti quelli con cui ho parlato approvavano la decisione ma non perché erano comunisti… Approvavano perché sapevano di avere a che fare con una persona seria.
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Mario Piazza