DA REDAZIONE
Rem dalla redazione di REMOCONTRO –
Netanyahu avverte il Libano: “Rischio di distruzione come a Gaza”. Battaglia vicino all’Unifil. Il premier israeliano conferma la morte di Safieddine, poi il portavoce dell’Idf smentisce: “Non sappiamo la sua sorte”. Raid anche a Damasco. Intanto il premier impedisce al suo ministro della difesa il viaggio a Washinton dove era stato invitato, con sgarbo anche verso la Casa Bianca.
Guerra senza confini e minacce per tutti
I successi sul terreno, iniziati a settembre con i cercapersone esplosi nelle tasche di migliaia di miliziani di Hezbollah, hanno ridato vigore alla posizione politica del premier Benjamin Netanyahu, che in serata si è rivolto direttamente al popolo libanese: “Avete l’opportunità di salvare il Paese prima che cada nell’abisso di una lunga guerra che porterà alla distruzione e alla sofferenza, come si vede a Gaza”, esibendo l’orrore. “Abbiamo degradato le capacità di Hezbollah, eliminato migliaia di terroristi, tra cui lo stesso Hassan Nasrallah, il suo sostituto e il sostituto del suo sostituto”, ha continuato, dichiarando ufficialmente l’uccisione di Hashem Safieddine nell’attacco a Beirut sud la settimana scorsa (poi però il portavoce dell’Idf l’ha smentito).
Israele circonda Unifil
Tutto questo mentre circolano fotografie satellitari – rilanciate da Al Jazeera – che mostrano una significativa presenza di truppe e mezzi di Tsahal vicino alla base Unifil nel sud del Libano. Situazione pericolosa oltre che diplomaticamente spinosa. I militari – tra cui ci sono 1.200 italiani distribuiti in diverse basi – hanno limitato le operazioni al minimo ma restano bersaglio evidente. Allarme moltiplicato nei giorni scorsi dopo che l’esercito israeliano si è schierato vicino a una postazione Unifil a sud-est di Maroun al-Ras, avvisando che la zona era diventata area di guerra. Ne è nata una polemica, con avvertimenti reciproci. Di fatto la missione è rimasta al suo posto e l’Idf è andato avanti con l’operazione anti Hezbollah a sud del fiume Litani.
Guerra civile per il Libano e sgarbi con Washington
“Cristiani, drusi, musulmani, sunniti e sciiti, tutti voi state soffrendo a causa della futile guerra di Hezbollah contro Israele”. Mentre invocava una nuova guerra civile libanese ( “Cristiani, drusi, musulmani, sunniti e sciiti, tutti voi state soffrendo a causa della futile guerra di Hezbollah contro Israele”), Netanyahu incontenibile ammoniva anche Washington. Bloccata la partenza per Washington del ministro della Difesa Yoav Gallant, invitato del segretario alla Difesa americano Lloyd Austin, che non ha potuto fare altro che annunciare il rinvio della visita. La missione non verrà approvata finché Netanyahu stesso non parlerà Joe Biden. Telefoni occupati da dieci giorni. America vietata a Gallant prima che il gabinetto di sicurezza approvi la risposta all’attacco iraniano. Proprio il piano che il ministro avrebbe dovuto discutere a Washington.
L’altradestra israeliana trumpiana
Il premier Netanyahu, riferivano i media israeliani, infastidito dai rapporti privilegiati che il suo ministro mantiene con l’Amministrazione Biden –spiega Michele Giorgio sul Manifesto-, ha dunque ‘congelato’ il viaggio sull’attacco che Israele intende lanciare all’Iran. Con Washington che –dichiarandosi sempre iper amica-, chiede che l’attacco israeliano non includa bombardamenti dei siti nucleari iraniani – invocati da giorni a gran voce da esponenti della maggioranza e dell’opposizione in Israele, a cominciare dall’ex premier Naftali Bennett – e che non porti alla guerra totale che cerca Netanyahu per imporre all’Iran e i suoi alleati un «Nuovo Ordine» fondato sull’egemonia di Israele nella regione.
Hezbollah decapitato è anche sconfitto?
Il Gallant costretto a casa ieri ha descritto il movimento sciita Hezbollah come una organizzazione allo sbando. «Il loro leader, Nasrallah, è stato eliminato, il suo sostituto (Hashem Saffieddine, ndr) è stato probabilmente eliminato anche lui. Ma le cose stanno davvero così come le descrive Gallant? Tutto va bene per le forze israeliane in Libano del sud? Le domande chiave di Michele Giorgio, perché non è ciò che appare sul campo di battaglia. Razzi lanciati con crescente intensità. E i resoconti israeliani dalle colline del sud del Libano dicono che la 98ª Divisione, la prima ad operare in Libano dove avrebbe ucciso 200 «terroristi». Hezbollah afferma di aver respinto le truppe israeliane che si erano infiltrate vicino a una postazione del contingente Unifil e di «aver ucciso e ferito soldati israeliani nei pressi della foresta di al Labouneh».
Il vertice Hezbollah che resta e la trattativa
Il numero due dell’organizzazione, Naim Qassem, riapparso in diretta tv. «Il nemico mente sulle nostre capacità e sulle perdite che dice di infliggerci. Stiamo bene e siamo capaci di rispondere», ha detto. «Siamo sul terreno e i nostri combattenti dimostrano la loro bravura. Siamo qui e rimaniamo qui», ha aggiunto. Qassem ha inoltre rinnovato l’impegno di Hezbollah per una tregua «incondizionata», quindi, dicono gli analisti, non legata più alla contemporanea cessazione dell’attacco israeliano a Gaza.
“Tregua che tuttavia, secondo la Cnn, è lontana perché l’Amministrazione Biden, dopo il mancato accordo – a causa del rifiuto di Israele poco prima dell’assassinio di Nasrallah – non ha più avviato alcun tentativo di rilanciare la trattativa. Netanyahu, come con Hamas a Gaza, non vuole fermare con Hezbollah fino al «raggiungimento degli obiettivi militari di Israele».”
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Articolo a firma Rem dalla redazione di
9 Ottobre 2024