Gaza, Libano e ora Yemen: Israele contro tutti e gli Usa accanto

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

“Nasrallah ucciso da Israele con una bomba Usa”, Safieddine è il nuovo leader di Hezbollah. Recuperato il corpo dell’ex capo del gruppo sciita, annullati i funerali. Biden: “una guerra su larga scala va evitata”. Gallant: “Nessun bersaglio è troppo lontano”. Neppure l’Iran. Media Usa: possibili “contenute operazioni di terra dell’Idf in territorio libanese”

Beirut, pezzi di Gaza

Dopo Nasrallah toccherà all’ayatollah Khamenei?

Israele è ormai in guerra aperta con tutti. Ieri ha attaccato pesantemente nella Valle della Bekaa, in Libano, colpendo decine di postazioni di Hezbollah. Contemporaneamente, gli aerei con la Stella di David hanno bombardato gruppi di miliziani al confine con la Siria e subito dentro l’Irak. Non solo. Con un’azione spettacolare, è stato preso di mira anche il porto yemenita di Hodeidah, sul Mar Rosso, a oltre mille chilometri di distanza, mentre altri attacchi sono stati riservati alle centrali elettriche che riforniscono le infrastrutture degli Houthi. Tutto questo, mentre i media di Tel Aviv danno già per iniziate le operazioni di terra, in Libano.

Azione di terra in Libano

Secondo voci da confermare, i gruppi corazzati dell’IDF dovrebbero spingersi fino al fiume Litani (a circa 20 chilometri dal confine), “sterilizzando” tutta l’area e costringendo le unità di Hezbollah a spostarsi verso nord. L’invasione dovrebbe essere condotta a piccoli gruppi, per poi convergere su una linea del fronte prestabilita. Giochi di guerra che alzano la soglia di rischio, perché fanno saltare definitivamente fragili equilibri geopolitici che erano stati costruiti nel tempo, con fatica.

Ministro russo a Tehran

Oggi, per esempio, arriva a Teheran il primo ministro russo Mikhail Mishustin, inviato da Putin per colloqui urgenti col Presidente Pezeshkian. Presenza simbolica? Mica tanto. La Russia vuole ricordare a Isrsele e ai suoi ‘patrons’ Usa che ci sono delle linee rosse, che non devono essere superate. Putin non fa sconti. Tutto questo perché dopo l’uccisione di Nasrallah, adesso Israele potrebbe puntare addirittura all’eliminazione diretta della Guida suprema dell’Iran, il grande ayatollah Alì Khamenei.

Iran, massima allerta

A Teheran l’allerta è massima, anche perché notizie di fonte francese (Le Parisien), riferiscono di una ‘talpa’ iraniana, che avrebbe rivelato al Mossad tutti i movimenti dello sceicco leader di Hezbollah, rendendo possibile l’agguato condotto dai caccia-bombardieri a Beirut. Insomma, Hassan Nasrallah, sarebbe stato tradito. E come già successo con l’assassinio di Ismail Haniyeh, il capo di Hamas, e con la strage dei cerca-persone in Libano, gli 007 di Netanyahu hanno dimostrato di non fermarsi davanti a niente e a nessuno. Per cui, gli ayatollah hanno già capito che questa volta Israele mira alla testa.

La guerra regionale

Israele vuole una guerra regionale, a tutti i costi, per regolare, definitivamente, i conti in sospeso da decenni col suo mortale nemico persiano. L’unico che non possa essere condizionato (e intimidito) dalla diplomazia del potente alleato americano.  Nell’attacco di Beirut, è stato liquidato anche un alto esponente dei ‘pasdaran’ di Teheran: il vicecomandante Abbas Nilforoushan. E le Guardie rivoluzionarie già giurano vendetta. Ma solo quella, perché in questa fase non si azzardano di sicuro ad attaccare direttamente lo Stato ebraico.

Licenza d’uccidere americana

Spalleggiati in tutto e per tutto dagli Stati Uniti, gli israeliani sfruttano la “finestra di opportunità” offerta loro dai massacri perpetrati da Hamas il 7 ottobre. Sulla base di quel bagno di sangue, hanno costruito un “diritto all’autodifesa” che, in realtà e fatte le debite proporzioni, assomiglia molto a una cieca rappresaglia costellata di stragi. Una strategia biblica, da “occhio per occhio e dente per dente”, che non ha nulla a che fare né con la geopolitica e né, tantomeno, col diritto internazionale. Israele sta distribuendo schiaffi sanguinosi ai suoi nemici, provocandoli apertamente e quasi sfidandoli a reagire.

Beffa “cessate il fuoco”

Netanyahu ha così risposto, a modo suo, alle richieste di “cessate il fuoco” in Libano avanzate dal Presidente Biden. Il micidiale bombardamento israeliano che ha preso di mira il quartier generale di Hezbollah alla periferia meridionale di Beirut era programmato da giorni. Il raid, secondo fonti israeliane riferite da Haaretz, ha fatto almeno 300 morti e centinaia di feriti. Nasrallah, vittima della pioggia di bombe, sarebbe già stato sostituito, al comando di Hezbollah, dal suo vice, Hashem Safieddine.

“Trattativisti” primo bersaglio

Il nuovo leader di Hezbollah viene definito come “più spietato e meno pragmatico” di Nasrallah. Ome già con Ismail Haniyeh di Hamas, Israele colpisce prima i ‘trattativisti’ ed avere di fronte a i “duri e puri” (Yahya Sinwar). Safieddine è cugino di Nasrallah e consuocero di Qassam Soleimani, il generale comandante dei pasdaran in Irak e Siria (Forze Quds), ucciso qualche anno fa dagli americani. Ha studiato nelle scuole coraniche di Najaf, in Irak, e di Qom, in Iran. È stato tra i primi a manifestare solidarietà ai palestinesi di Gaza, come gli ayatollah.

Universo islamico e caos americano

“E qui è possibile vedere una sorta di competizione interna all’universo islamico, tra gli sciiti e i regimi sunniti arabi moderati, alcuni dei quali sono legati a filo doppio agli Usa. E ora tutti guardano a Washington, per capire a che gioco stia giocando una sempre più sciagurata diplomazia americana. Che sta contrassegnando la sua politica estera, in Medio Oriente, di fallimenti epocali.”

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Articolo di Piero Orteca dalla redazione di

30 Settembre 2024