DI CLAUDIO KHALED SER
L’anziano non sempre lucido, attuale inquilino della casa bianca, ha definito l’omicidio di Nasrallah “un atto di giustizia”.
D’altra parte cosa aspettarci da chi frigge su di una sedia le persone o le asfissia con i gas o peggio ancora li avvelena legati ad un lettino sotto gli sguardi compiaciuti di un pubblico pagante?
Ne prendo, atto sapendo che, questa forma di giustizia, prima o poi colpirà anche loro, quelli che la ritengono necessaria per eliminare gli avversari.
Ma Nasrallah non é e non era Hezbollah, era il leader, il capo carismatico, ma nessun uomo, in nessuna parte del mondo, incarna un movimento di rivolta, pur essendone la guida e l’ispiratore.
Hezbollah, cosi’ come Hamas, nasce tra la gente, vive in mezzo a migliaia di Persone ed é forte per il sostegno popolare che lo accompagna.
Hezbollah va oltre Nasrallah, cosi’ come Hamas é andato oltre Haniyeh e seppur mortalmente ferito, saprà rialzarsi e tornare a combattere.
La “giustizia” tanto invocata dal demente americano, farà il suo corso; mieterà vittime sia da una parte che dall’altra ed assisteremo alla macabra classifica dei morti “giusti” e quelli “ingiusti”.
Ciascuno farà le sue orrende tabelle, classificando i morti di Gaza come “giusti” e i morti libanesi altrettanto.
Poi dovrà fare i conti con i propri; magari uccisi per strada, magari assassinati in un mercato, magari fatti a brandelli in una discoteca.
Li chiamerà “ingiusti” misurandoli col proprio metro intriso di sangue altrui.
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Claudio Khaled Ser