DI MARIO PIAZZA
Si può mentire in tanti modi e per un’infinità di ragioni, spesso talmente buone da giustificare una menzogna. Nonostante la rigidissima educazione che ho ricevuto sull’argomento non sono cresciuto col mito della verità a tutti i costi, al contrario più la mia vita si dipanava tra studio, lavoro, relazioni sociali e rapporti sentimentali e più mi convincevo di quanto mentire fosse una necessità imprescindibile dell’esistenza, quasi come respirare.
Ho mentito come chiunque un numero incalcolabile di volte ponendomi un solo limite etico, quello che separa la menzogna dalla truffa, la bugia dal raggiro. E’ oltre quel limite che si dimostra l’assoluto disprezzo verso chi crede in noi, è superandolo che si trasformano le persone in semplici strumenti da adoperare a proprio vantaggio capitalizzando sulla loro fiducia e ingenuità.
Si mente, ovvero si truffa e si raggira, nel modo più subdolo e vigliacco quando di dice dolosamente una verità parziale… E finalmente vengo al punto.
Abbiamo sentito tutti Giorgia Meloni e ogni esponente della maggioranza negare le accuse di xenofobia e razzismo vantando il dato che l’Italia ha concesso agli stranieri un numero di nazionalità maggiore di ogni altro paese europeo, ed è vero.
Ciò che i truffatori governativi non dicono è che la metà o forse più di quei documenti italiani sono stati rilasciati a persone che in Italia non hanno mai messo piede, che non parlano italiano e che non hanno la più pallida idea di chi fosse Goffredo Mameli. Sono i figli, i nipoti e i pronipoti dello “ius sanguinis” che la destra neofascista del defunto Mirko Tremaglia decise di arruolare nel corpo elettorale delle circoscrizioni estere per manipolarne il voto.
Ecco, anche se io fossi un elettore di destra davanti a una simile esibizione di malafede truffaldina mi sentirei come se Giorgia fosse venuta personalmente a sputarmi in faccia.
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Mario Piazza