LEONARDO CECCHI
Quello che afferma Calderoli farebbe ridere se non fosse gravissimo.
Dato che tutti i referendum stanno raccogliendo le 500mila firme necessarie con facilità, da ieri va dicendo che sono inammissibili perché quel numero di firme è troppo basso, poiché oggi con la firma online è tutto troppo facile.
Per questa gente un referendum è una sfida da bar e il tema è il grado di difficoltà di vincerla, non il fatto che sia o meno basata su principi di civiltà. E quindi ora che la stanno clamorosamente perdendo vogliono cambiare le regole del gioco neppure a metà partita, ma quando ormai è quasi finita, per rendere più complicato (se non impossibile) al civismo della gente di potersi esprimere, nonché per evitare figure barbine.
In un Paese con un tasso di astensionismo vergognoso, forme di partecipazione popolare dovrebbero invece essere apprezzate e coltivate. Ma il (questo sì) giochino di questi individui funziona su binari opposti: meno la gente partecipa, più hanno chance di fare come vogliono, elargendo favori e marchette a destra e manca. Più le persone si interessano, più firmano e più votano, più le loro cadreghe sono a rischio.
E non è populismo: è la realtà dei fatti.
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Leonardo Cecchi