Tempi record per il caso Sangiuliano. Maria Rosaria Boccia presto davanti ai PM

DI CLAUDIA SABA

 

In procura, a Roma, il PM Giulia Guccione ha subito preso in carico la denuncia dell’ex ministro della Cultura contro Maria Rosaria Boccia, indagata per lo stesso reato per cui era finito sotto processo Leoluca Bagarella per la cosiddetta trattativa Stato-Mafia.
Parliamo dell’articolo 338 del codice penale, «violenza o minaccia a un corpo politico o a suoi singoli componenti» finalizzata a «impedirne» o «turbarne comunque l’attività».
Dopo la perquisizione avvenuta in tempi record, caso più unico che raro in Italia, a Maria Rosaria Bocci sono stati sequestrati telefoni e altro materiale informatico.

Per gli inquirenti quelle «indebite pressioni» denunciate da Sangiuliano sarebbero «minacce», finalizzate a «turbarne l’attività», per strappare la nomina a consulente per i grandi eventi.
Cosa potrà mai esserci di così compromettente in quel materiale sequestrato? Non è dato saperlo al momento.
Ma davvero si può credere che una donna, capace di denunciare le “cattive abitudini” di questo governo firmato “Parenti d’Italia”, sia stata tanto stupida da lasciare in casa materiale compromettente?
L’errore più eclatante commesso dai prescelti della Meloni, tra cui Sangiuliano, e’ quello di sottovalutare l’intelligenza altrui.
Della serie “io so io e voi non siete…”
Ma è ormai appurato che i fedelissimi di Giorgia Meloni non brillino certo per intelligenza.
Chiusi nel loro cerchio magico, fuori dalla realtà, persino di chi li ha votati, cercano di “emergere” imponendosi sugli altri, pensando che tutto possono grazie al ruolo che occupano.
Quello che mostrano però, insieme al loro presidente, che donna lo è solo in apparenza, è l’essere così pieni di sé da non prendere in considerazione le doti di chi hanno davanti, soprattutto quando si tratta di una donna come Maria Rosaria Boccia.
L’unico ad avere un barlume di intelligenza sembra essere il legale di Sangiuliano che afferma: “Boccia potrebbe avere altre registrazioni”.
Quando si è troppo sicuri del proprio potere, senza considerare gli altri, si rischia di cadere rovinosamente.
Soprattutto perché la Boccia non è né sorella, né parente alla lontana di questa famiglia che assume sempre più i connotati di un clan.
Intanto l’hashtag,
“#iostoconboccia#”, condiviso da migliaia di utenti sui social, prosegue a gonfie vele.
Insomma, il caso Sangiuliano-Boccia, che il governo voleva relegare a semplice gossip, è tutt’altro che chiuso.

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Claudia Saba