DI MARIO PIAZZA
Quando iniziò la guerra in Ucraina, pur contestualizzando l’invasione russa e comprendendone le ragioni, mi domandai subito in che modo fosse possibile fermare Putin.
La prima opzione fu quella dell’embargo economico, quell’isolamento commerciale che l’occidente stringe come un cappio intorno al collo di paesi come il Venezuela, come Cuba e come l’Iran.
Fallimento completo, la Russia non solo sopravvive come fanno da decenni i paesi che ho citato ma addirittura migliora la propria economia.
La seconda opzione contemplava una opposizione alla guerra interna alla Russia e al Kremlino, non della popolazione ma delle centinaia di oligarchi grandi e piccoli che prima del conflitto macinavano miliardi. Basta leggere le classifiche di Forbes del 2023 per accorgersi che se la passano meglio di prima.
L’unica opzione rimasta non all’Ucraina ma all’umanità intera è quella di una trattativa che inevitabilmente vedrà l’Ucraina perdere parte del suo territorio e ciò che rimane ridotto a cuscinetto smilitarizzato tra le due superpotenze nucleari.
Quella di sconfiggere militarmente la Russia senza l’uso delle bombe atomiche non è un’opzione. Io non riesco a credere che Von der Leyen, Trump, Harris e il loro codazzo di “sottopanza” possano davvero pensare che sotto la pressione di armi convenzionali Putin possa un giorno dichiararsi sconfitto.
Sul tavolo rimangono le bombe atomiche e dal Kremlino ci stanno avvisando tutti i giorni che è lì che si arriverà, gli stessi avvisi che hanno dato all’Ucraina per 8 anni prima di dare il via all’invasione.
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Mario Piazza