DI MARIO PIAZZA
A me che Raffaele Fitto sia italiano importa zero. A parte la scarsa rilevanza delle deleghe che ha ottenuto in comproprietà con il più accanito dei “rigoristi” europei, il lettone Valdis Dombrovskis, che differenza mi farebbe se Ursula Von der Leyen fosse cipriota o Macron portoghese? Nessuna, perché ciò che davvero conta è la politica che la macchina europea sta portando avanti a prescindere dalla nazionalità dei titolari dei “top jobs” ai quali quello di Fitto neppure si avvicina.
Questa Europa con l’elmetto e gli anfibi al servizio degli Stati Uniti e della Nato contro la Russia non è la mia. Non è mia l’Europa che sa soltanto pigolare contro il genocidio del Popolo Palestinese. Non so che farmene di un’Europa che svende la propria economia al miglior offerente, che da spazio e potere a tiranni medioevali come Orban, che contrasta i cambiamenti climatici con misure ridicole e autolesioniste, che legifera rimirando il proprio ombelico come se i cinque miliardi di abitanti fuori dal blocco occidentale non esistessero.
Di un’Europa così chi è di sinistra non sa che farsene, sostenere Fitto o anche Topo Gigio sarebbe del tutto irrilevante se non fosse che facendolo si sottoscrivono le decisioni di un baraccone che va tragicamente in direzione ostinata e contraria.
Stia attenta Elly Schlein e stia attento il PD, dopo aver sostenuto la presidenza di Ursula Sturmtruppen questo secondo errore potrebbe essere fatale.
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Mario Piazza