DI MARINO BARTOLETTI
Il 14 settembre di vent’anni fa se n’è andata Giuni Russo. Un’artista irripetuta e irripetibile.
Una delle più grandi cantanti in assoluto della storia della nostra musica. Mi auguro con tutto il cuore che qualcuno le renda omaggio.
Le dedico un estratto del mio prossimo libro che uscirà a ottobre – “Il Festival degli Dei” – che la vede fra i protagonisti
“…Il suo percorso di vita non era stato per nulla facile. Era la penultima di dieci figli di un pescatore che, da baritono dilettante le trasmise l’amore per la musica (aiutato dalla moglie Rosa, a sua volta appassionata soprano). La piccola Giuseppina non ci mise davvero tanto a scoprire quale fosse la sua strada: anche perché i primi maestri di canto che ebbe ne verificarono facilmente un talento quasi soprannaturale con un’estensione vocale di oltre cinque ottave (Mina, per dire, ne ha due di meno). ….La favola la portò prima a Castrocaro e poi addirittura a Sanremo, ma le sue attitudini canore la facevano considerare non facilmente “collocabile” in questo o quel genere . E la favola si arenò fra tante cose coraggiose e incompiute ….Dovettero arrivare addirittura gli anni ’80 perché la sua carriera avesse finalmente una svolta. Conobbe Franco Battiato che si innamorò subito della sua voce unica e non ancora valorizzata come avrebbe meritato. Le scrisse una canzone dal significato addirittura drammatico, per quanto mimetizzato da un “clima” apparentemente allegro, che le permise di esprimere appieno la sua pazzesca musicalità e di entrare, con suo grande stupore nell’Olimpo delle hit più vendute(dove rimase da giugno a novembre!). Questa canzone era “Un’estate al mare” e, fra la “voglia di remare” e gli “ombrelloni, oni oni”, ben pochi si accorsero che raccontava la tristissima storia di una prostituta che andava a fare la “stagione” al mare per vivere, mentre i turisti (e verosimilmente i clienti) erano alle prese “con il salvagente, per paura di affogare”…”
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Marino Bartoletti