DI GIANCARLO SELMI
Già così, guardando il murales di Tvboy raffigurato in questa foto, fa ridere.
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È tutta colpa di “Jessica” Boccia o c’è qualcun altro dietro le quinte? Un altro grande manovratore che odia i cartoni animati?
Invece no, c’è poco da ridere. La cosa non è tragica ma tremendamente seria, se perfino il ministro Piantedosi, ennesimo capolavoro di questo governo di esternatori di minkiate, ha deciso di calare il carico da 10 sulla vicenda.
“Sangiuliano è stato vittima di un’imboscata”, ha detto il “geniale” ministro (quello, per intenderci, dei “carichi residuali”). E, se parla di imboscate un ministro dell’Interno, peraltro ex poliziotto, che di imboscate, quindi, se ne intende, la cosa assume un altro aspetto. Passa da essere una goduriosa e pruriginosa vicenda di corna mischiate al potere, con protagonista un ministro che tutto avrebbe potuto fare, tranne il ministro, a intrigo nazionale, forse chissà internazionale, con protagonista una Mata Hari pizza, pasta e patate e genovese.
Quelle cose, insomma, che stuzzicano pruriti e attenzione della “ggente” e che occuperanno i titoli di Senaldi e Sallusti per i prossimi mesi. Oltre ad alimentare e aggravare la “sindrome da accerchiamento” di questo governucolo. Che nella perenne ricerca di nemici e vittima di un vittimismo senza precedenti, finisce per accerchiarsi da solo, senza che lo facciano altri.
Il feuilleton governativo si arricchisce ogni giorno di più, fra i Lollo ripudiati, le Arianne furiose, la Mata Hari de ‘noantri che, forse, “avvicinava” tutti quelli… diciamo meno svegli, per ottenere qualche nomina.
Non sarebbe il caso che il nostro ministro dell’Interno, dove interno, pare, sia una cosa differente da pancia e intestino, chiarisse cosa abbia voluto dire e rivelasse chi siano esecutori e mandanti della imboscata? No, così, per dire. Visto che lui è un ministro del governo di uno dei più importanti paesi al mondo, e non l’avventore mezzo gonfio di grappe alle nove del mattino, di un bar di paese, che esterna con un camionista di passaggio.
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Giancarlo Selmi