DI CLAUDIO KHALED SER
L’ 11 Settembre segna, nel calendario del terrore, una data incancellabile.
Una ferita, all’Umanità, che non sarà mai possibile curare e guarire.
2.997 Persone vennero uccise nelle Torri Gemelle di NY in un attentato suicida orchestrato da Osama Bin Laden ma portato a termine con una facilità che ancora oggi non solo ci lascia sgomenti ma che ci pone una serie di domande senza risposta.
La guerra condotta dagli USA e dai suoi alleati contro l’Afghanistan dei talebani, ha causato migliaia di morti.
Nell’ambito dell’operazione “Enduring freedom” (libertà duratura) iniziata in Afghanistan nell’ottobre 2001, sono morti più di 47mila civili afghani e 66mila tra soldati e membri delle forze dell’ordine del paese.
A cui si aggiungono 2.448 militari statunitensi e 3.846 “contractor”, ossia soldati professionisti di compagnie private.
Gli eserciti alleati degli Usa contano 1.144 caduti, tra questi 53 militari italiani.
Le vittime tra le forze talebane e le forze di opposizione alla presenza occidentale sono state 51.191.
Nel mezzo 444 operatori umanitari e 72 giornalisti.
In tutto quasi 170mila caduti.
Vorrei che oggi, nel ricordare quelle 2.997 Persone uccise a NY, ci si ricordasse anche delle 170.000 Persone morte in una guerra devastante contro il Popolo afghano.
Troppo ingiusto calcolare solo i morti di una parte e dimenticare tutti gli altri del campo avverso.
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Claudio Khaled Ser