DI MARIO PIAZZA
Sono molte le ragioni che i bellicisti accampano per sostenere militarmente l’Ucraina fino alla fine, qualunque essa sia.
Alcune di esse hanno persino un minimo di fondamento ma in grandissima parte sono una montagna di illazioni sulle vere intenzioni di Putin, di previsioni senza uno straccio di elemento probatorio, di deformazioni della storia che ha portato all’invasione.
Ognuno si schieri dalla parte che ritiene più giusta ma credo che tutti insieme dovremmo idealmente alzarci in piedi e lanciare uova, verdure e anche qualche gatto morto contro l’oratrice che dal palco di Cernobbio dichiara che astenerci dalla partecipazione a questa guerra pre-nucleare avrebbe ripercussioni molto negative sull’economia italiana.
L’illuminata economista laureata con lode in geopolitica alla Scuola Radio Elettra nemmeno ci prova a spiegarci il perché e fa bene. La butta là, qualcuno disposto a crederle sulla parola lo trova sempre e sa di poter contare su un drappello di paludati esperti che per darle ragione smetteranno di incensarla per qualche minuto e scriveranno l’ennesima minkiata propagandistica.
Ci sono poi le persone normali. Quelle che vedono miliardi di Euro scomparire dalle casse dello stato già semivuote per trasformarsi in mezzi d’assalto e munizioni da regalare a Zelensky, quelle a cui non è sfuggito che stiamo pagando agli americani un prezzo triplo di quello che pagavamo a Putin per forniture di gas di peggior qualità, quelle che non si spiegano come mai l’economia europea sia stagnante e spesso recessiva mentre quella russa prospera come non era mai accaduto.
Non riesco a credere che sia stata fatta un’affermazione del genere e se la presidentessa del consiglio confonde l’economia italiana con quella di Leonardo e Finmeccanica vuol dire che siamo davvero nella me*da, peggio di quando il pelatone che la ispira voleva “spezzare le reni alla Grecia”.
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Mario Piazza