TRATTATIVE DI TREGUA

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Chiedere all’Egitto di condurre (insieme al Qatar) le trattative per il rilascio dei sopravvissuti “ostaggi” israeliani é come indire un meeting dei donatori di sangue in Transilvania.
Il Paese delle Piramidi é legato a filo doppio, anzi triplo, agli Uniti Stati con la bandierina a stelle & strisce.
Figuriamoci se i Piramidioti fanno qualcosa senza prima consultare il vecchio Zio Tom.
A ribadire la sudditanza ci ha pensato il Segretario di Stato americano, di passaggio al Cairo per congratularsi personalmente col caporale Al Sisi per l’ennesima candidatura a Presidente Supremo.
Manco ha aspettato che le elezioni false, peggio dei bastoncini della fortuna di Wanna Marchi, si concludessero e che il caporale ottenesse l’agognato plebiscito popolare.
The Man of Washington ha ribadito al Sommo Soldatino che Israele é un paese amico e come tale va trattato.
Quindi niente sciocche aperture di valichi per far emigrare quei puzzoni dei Palestinesi e niente aiuti Umanitari perché a Gaza di Umano non c’é nulla.
Obbediente il soldatino cairota ha subito risposto con un garibaldino “obbedisco” ed una posa a 90° tanto gradita oltre oceano.
Per rafforzare il concetto, Israele ha pure bombardato stanotte il valico di Rafah, causando qualche decina di morti.
Poca roba in confronto al resto.
Io ho messo in giro la voce che i Capi delle Brigate Palestinesi, sono nascosti nelle sinagoghe, sicuri d’essere al sicuro.
Vuoi vedere che magari …
Il Qatar con la sua ondivaga fratellanza ripete lo slogan tanto caro alle concorrenti di Miss Italia “Vogliamo la pace nel Mondo”.
Nel frattempo spediscono armi a chiunque le chieda, basta che paghino.
E c’é qualcuno che ancora li ascolta.
Tanta fatica comunque per nulla o quasi.
Come ho scritto ieri, saranno forse una cinquantina i prigionieri vivi e di questo pare se ne stia rendendo conto anche Israele che reclama i corpi dei defunti.
Ma se al mercato degli scambisti, UN israeliano vivo vale TRE Palestinesi, a quanto é il cambio oggi coi defunti?