DI GIOACCHINO MUSUMECI
“Io e te che affrontiamo il mondo mano nella mano”
è il titolo della foto che la premier ha pubblicato nella sua pagina social all’indomani del viaggio presso la corte di Biden.
La versione mamma tenera della premier sbanca il botteghino dei like. In questa strategia mediatica più di una cosa non funziona.
1) Momento sbagliato.
La pubblicazione della foto nello scenario sociale deflagrato dall’odio a valanga contro i percettori di Rdc serva a umanizzare la Meloni le cui politiche sono invece palesemente disumane e sospette.
Pubblicare un attimo di privacy tanto innocente nasconde la necessità di carburante nel serbatoio del consenso inchiodato a causa di gaffes e fallimenti inanellati con scioccante precisione. Possiamo dire che la carte da giocare sono finite se si ricorre all’utilizzo di espedienti “familiari” a blandire il fallimento politico.
Per colpire la platea di odiatori dei percettori di Rdc ma paradossalmente amorevoli con la Meloni, nulla di meglio che mostrarsi in un momento di intimità che chiunque terrebbe stretto per sé a meno di non essere scaltri politicanti un po’ affannati nella rincorsa di un duplice scopo. Il primo è sfruttare l’analfabetismo funzionale della platea che sovrapporrà la privacy della premier al piano politico. Si vuole indurre l’utenza a pensare erroneamente che l’amore per la propria figlia si traduca in amore per il prossimo. Niente di più fallace: mentre la versione materna e umana della premier offre un comodo futuro alla sua piccola, la versione politica e disumana della premier, cioè quella con cui si ha DAVVERO a che fare, condanna intere famiglie, bambini compresi, alla precarietà di un futuro dalle prospettive infime.
2) La foto dunque, potata dalla propaganda strumentale, è uno stridente inno alle impietose disuguaglianze di cui il governo e la sua premier sono principali promotori.
Il secondo obiettivo è l’offesa gratuita social che con questa foto Meloni ricerca accuratamente per interpretare facilmente il ruolo della vittima bullizzata dal pubblico di detrattori che ne bocciano politiche socialmente efferate. Perciò chiedo per favore, a chi commenterà di usare raziocino.
Nulla di personale naturalmente ma questa propaganda tesa a rimodulare l’immagine della premier, ai miei occhi fallisce.
Politicamente parlando non perdonerò mai l’ aver instillato e fomentato odio e intolleranza brutali rivoltati indistintamente su tutti i percettori di Rdc.
Ciò che si legge nei social questi giorni offre un immagine sconcertante del pubblico su cui la Dx fonda il proprio consenso. A parte la borghesia arrogante, chiccosa e classista che addita i radical chic di Sx essendo anche peggio di questi, che considera i proletari entità insignificanti o al massimo schiavi da sfruttare, gli insulti peggiori arrivano da cittadini incattiviti, lamentosi, vittime delle proprie condizioni di povertà e miseria e anche malattia.
Una moltitudine costretta a esistenze grame e nessuna tutela si è rivolta per disperazione alla giustiziera farlocca Meloni.
Tutti questi cittadini, vittime della Repubblica figlia del sistema economico schiavista, si chiedono perché i percettori non si adeguino alla macelleria imposta da un modello economico fallito, e soffocati dalla frustrazione personale emanano intolleranza e odio irrazionali contro chi avrebbe necessita di sostegno morale e materiale. Non provo nessun odio verso chi si scaglia contro i percettori, tutti questi sono anch’essi vittime. I colpevoli di questo sfacelo sono imperdonabili leaders politici sfruttatori degli ignoranti. Costoro hanno cavalcato il malessere stratificato negli anni per fomentare una guerra atroce tra infelici e bisognosi chi più chi meno di solidarietà e aiuto.
Meloni, Salvini, Renzi, e le loro compagini di accoliti sono colpevoli di aver trasformato l’Italia in una inferno ove “demoni” travestiti da bravi genitori cristiani calpestano i figli dei deboli.