DI MARIO PIAZZA
Esiste una qualità tipicamente umana che tutti coltiviamo dal momento in cui, verso i 3 o 4 anni d’età, cominciamo a comprendere e ad articolare discorsi che nel corso della vita diventeranno sempre più complessi.
A differenza degli animali che se non vogliono fare una cosa possono reagire soltanto fuggendo o combattendo, noi umani abbiamo la sublime capacità di trovare ottime ragioni per non farla. E più quella cosa è necessaria, buona e giusta e più il nostro cervello riesce a sostenere l’insostenibile con ottime ragioni.
Volete un esempio?
Una persona che stimo moltissimo si ostina a viaggiare su un vecchio gippone diesel. Grande, comodo, spazioso, veloce e vergognosamente inquinante.
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Per l’uso che ne fa, avanti e indietro in autostrada con al seguito due grossi cani, è la macchina ideale se non fosse per il povero ambiente che deve ciucciarsi le sue emissioni nocive. Per sostituirla senza rinunciare a nulla ci vorrebbero più di 100.000 Euro e a farlo non ci pensa neppure, rimane però il problema di azzittire la sua coscienza ambientalista.
Come il peggior bellimbusto questo caro amico va sostenendo che non si può cominciare a salvare il mondo partendo proprio da lui mentre miliardi di cinesi, indiani e africani continuano a fare i comodi loro.
Che un decimo di secondo di una qualsiasi nave oceanica inquina quanto lui in un anno e che nello stesso decimo di secondo qualsiasi eruzione vulcanica nel mondo fa la stessa cosa.
E del fumo delle fabbriche e degli incendi dolosi ne vogliamo parlare?
E delle decine di migliaia di aerei che svolazzano anche per portare dal veterinario il gatto di Ronaldo da Londra a Madrid o addirittura la Meloni da Roma a Washington?
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Ho provato a dargli torto e a spiegargli che da qualche parte bisogna pur cominciare, la sua sacrosanta risposta sta nel titolo di questo post.