DI CLAUDIO KHALED SER
Quelle bandiere arcobaleno che sventolano sopra le nostre teste, non rappresentano solo il Gay Pride, ma l’ ORGOGLIO di ogni Uomo e di ogni Donna d’ESSERE, sono l’affermazione della Libertà di vivere la propria vita seguendo la propria strada, le proprie inclinazioni.
E NESSUNO ha il Diritto di dirci CHI e COME dobbiamo amare, con CHI e COME vogliamo vivere, con CHI E COME costruire un rapporto.
Il GAY PRIDE é l’affermazione di tale Libertà, é difendere con ORGOGLIO quello che siamo, é far parte attraverso un colore di tutti quei colori, rispettandoli ed amandoli tutti.
Il GAY PRIDE non é un carro con quattro giovanotti palestrati in perizoma a mostrare il culo con la parrucca in testa, così come ESSERE GAY non é svendere in Tv la propria dignità mascherandosi da “checca isterica” ed analfabeta.
Quella é l’immagine che si da in pasto al pubblico di cosa e chi sia il “frocio” e nella risata che lo accompagna, c’é tutto il disprezzo verso il diverso.
Sapete di chi parlo.
ESSERE GAY é difendere ogni giorno se stessi dagli altri, sopportare le minacce, i risolini ironici, gli sguardi di compatimento, l’emarginazione, l’etichetta di DIVERSO che ti pone lontano dagli UGUALI.
E nel GAY PRIDE c’é la disperata affermazione di quello che si é, senza ipocrisia e senza vergogna.
C’é il DOLORE d’essere ancora una volta OGGETTO e non SOGGETTO, d’essere parte malata di una Società che si dichiara sana.
Dietro quelle bandiere ci sono Padri & Madri che sfilano accanto ai loro Figli, che dividono con loro quel percorso fatto spesso di umiliazioni.
Genitori che non si sono nascosti ma hanno guardato in faccia il mondo con lo stesso ORGOGLIO dei loro figli.
Io vivo in un Paese che ancora oggi condanna l’OMOSESSUALITA’, che mette in galera il DIVERSO, che lo considera un criminale.
Per questo, a maggior ragione, mi metto sotto quella bandiera arcobaleno e sfilo idealmente con tutti coloro che hanno il coraggio d’affermare il proprio ORGOGLIO d’ESSERE.
Io sono e VOGLIO ESSERE, un COLORE di tutti quei COLORI.
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