UCRAINA E IL MITO DELLE ARMI RISOLUTIVE: VI RICORDATE DEL DRONE TURCO BAYRAKTAR TB2?

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All’inizio della guerra i primi “game charger” esaltati sui media furono i famigerati droni turchi Bayraktar TB2 che avrebbero segnato una svolta per Kiev. Poco più di un anno dopo, veniamo a sapere che sono stati quasi interamente abbattuti dai russi.

Vi ricordate del drone turco Bayraktar TB2?

Una costante della propaganda da quando è deflagrato il conflitto in Ucraina è l’accendere i fari sulla presunta arma risolutiva che periodicamente viene consegnata all’esercito di Kiev.

L’abbiamo visto con i Javelin, gli Himars, poi i Patriots, i Leopard, ora si parla dei futuri F16. Ovviamente qualsiasi cronista con un minimo di esperienza e qualsiasi analista militare che non debba dar conto a nessuno, vi dirà che non esiste quasi mai un’arma risolutiva se non inserita in un contesto generale.

E infatti, tutte le meraviglie cantate in questi mesi su queste armi si sono rivelate, dopo l’iniziale esaltazione, null’altro che sistemi con una funzione limitata al salvare il salvabile.

Un esempio? Nei primi mesi della guerra i primi “game charger” esaltati sui media furono i famigerati droni turchi Bayraktar TB2 che avrebbero segnato una svolta sul terreno.

Numerosi rapporti e video pubblicati su giornali, Tg e social, dimostravano come questi droni fossero in grado di colpire carri armati, armature e motovedette dei russi. Oggi, poco più di un anno dopo, veniamo a sapere che questi droni sono stati quasi interamente abbattuti e quelli che rimangono sono utilizzati solo per compiti di ricognizione.

A rivelarlo è il magazine Insider attraverso le parole di Samuel Bendett, analista ed esperto di sistemi militari senza pilota e robotici presso il Center for Naval Analyses:
La valutazione generale di droni come TB2 è che funzionano bene senza sofisticate difese di guerra aerea ed elettronica schierate contro di loro. In quanto UAV relativamente lento e a bassa quota, può diventare un bersaglio per una serie di sistemi di difesa aerea ben organizzati – lo abbiamo visto in Libia e nel Nagorno-Karabakh. Una volta che l’esercito russo si è riorganizzato, è stato in grado di abbatterli”, ha detto Bendett.

Prossimo capitolo, gli Storm Shadow forniti dal Regno Unito.

 

Articolo dalla redazione di

29 Maggio 2023