L’ELEZIONE DI CHIARA COLOSIMO ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA

DI SALVATORE GRANATA

 

“L’elezione di Chiara Colosimo alla presidenza dell’Antimafia? Rappresenta un segnale dei tempi, di questa stagione di normalizzazione di restaurazione”.

Ad attaccare dopo l’elezione della fedelissima di Giorgia Meloni alla guida della commissione parlamentare è Roberto Scarpinato, ex procuratore generale di Palermo e senatore del M5s.
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Per Scarpinato “sembra normale a questa maggioranza che possa essere candidata ed eletta una persona che ha frequentazioni con l’ex Nar Luigi Ciavardini, condannato per la strage di Bologna” e che “si possa imporre una candidatura nonostante lo sdegno dei familiari delle vittime delle stragi”.
E nonostante la contrarietà delle opposizioni “che avevano chiesto un nome alternativo”.
“Noi abbiamo voluto dire ‘non è normale’, non ci stiamo. Bisogna tenere una linea di decenza istituzionale perché la credibilità dello Stato si salva proponendo persone credibili. Noi abbiamo voluto dire che c’è uno Stato credibile, e una maggioranza che propone una persona, Chiara Colosimo, che non è credibile. È la prima volta nella storia dell’Antimafia che accade questo e dà il segnale del regresso e della degradazione politica e istituzionale in cui siamo arrivati”, ha continuato Scarpinato.
Se Pd, M5s e Alleanza Verdi Sinistra avevano deciso di non votare per protesta in occasione dell’elezione della neo presidente dell’Antimafia, sono invece poi rientrati in occasione delle votazioni su vicepresidenze e segretari: “Rischio di un controsenso dopo aver delegittimato il voto su Colosimo? No, perché dovevamo avere uno spazio all’interno dell’Ufficio di presidenza per fare le nostre proposte. È stato un segno simbolico, per dire ai cittadini che non siamo uniti in questa battaglia. C’è qualcuno che ritiene possibile frequentare gli stragisti, per noi no. C’è una massima popolare che dice ‘dimmi con chi vai e ti dirò chi sei‘. Noi non andiamo con quelli condannati per la strage di Bologna”, ha concluso.
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Così si celebrano i 31 anni dalla strage di Capaci e si tiene vivo il ricordo di un grande eroe contemporaneo, qual è stato Giovanni Falcone. Insieme al suo amore, ai suoi collaboratori, ai suoi colleghi e alla sua scorta.